mercoledì 17 settembre 2014

(538) DOMENICA 21: IL PARCO FA ANCORA FESTA!

Dedico questo post alle amiche ed agli amici conosciuti nel Corso di Nordic Walking, giunto alla sua 2° delle 5 lezioni, promosso dall'ASUR n. 2 di Jesi, Dipartimento di Prevenzione, Servizio di Igiene e Sanità pubblica e tenuto dal Dott. Giampiero Marinelli e dai suoi valenti Collaboratori.

Nel fare ciò, mi ricollego idealmente al post n. 530 del 3 settembre scorso (http://mergo-maderloni.blogspot.it/2014/09/530-il-parco-festeggia-e-io-ricordo-che.html) , per ricordarvi la possibilità di passare una domenica un po' diversa dalle altre, con una "scarpinata" nella Pineta di Monte Predicatore, a Genga, in uno degli ambienti più belli del Parco della Gola della Rossa e di Frasassi.

La locandina qui riprodotta dice tutto.
L'appuntamento è per domenica prossima, 21 settembre, presso l'Albergo-ristorante Magrini, ai piedi della strada che porta al Castello di Genga, una volta lasciata la Provinciale che porta al bivio per Sassoferrato o Arcevia.

Per chi vuole fare anche il percorso di andata, in salita, ci si trova alle ore 13.00.
Per chi, invece, vuole fare solo quello di ritorno, ci si vede alle 14.30, sempre lì. Un autobus porterà al valico del Monte e poi è tutta discesa (che non è meno faticosa della salita...).
Anche se l'impresa non è proibitiva, è ovvio che è consigliabile un minimo di allenamento e un abbigliamento adeguato, a cominciare dai scarponcini da trekking e un k-way (non si sa mai...) comunque vestendosi a strati ("a cipolla").
Il resto del programma lo vedete. E' un po' cambiato rispetto a quello pubblicato nel post del 3 settembre, comunque prevede anche una parte formativa e culturale di indubbio interesse e... un aperitivo finale, che non guasta mai! Per non dire della bellezza dello stare insieme... e godere di un territorio che si pensa di conoscere, ma non è sempre così...

sabato 13 settembre 2014

(537) Ieri sera, a Serra, il concerto per la Settimana Rossa

Il video (molto, ma molto... amatoriale, come avrete visto) l’ho girato col telefonino ieri sera alla Festa de L’Unità di Serra San Quirico. Si tratta del brano finale del “Concerto per la Settimana Rossa“ tenuto dal gruppo musicale “Noncantoper cantare” di Senigallia: voce solista è di Antonella Vento spesso in duo col baritono Alen Abdagic, bosniaco di Sarajevo, Paola Pancotti al flauto traverso, Daniele Streccioni alla fisarmonica e Giovanni Spinozzi alla chitarra.
Il brano è una notissima canzone anarchica del ‘900 di cui, qui, viene ripreso solo il ritornello: “nostra patria il mondo intero, nostra legge la libertà, e un sol pensiero, ribelle in cor ci stà”, non abbisogna di commenti.
Il concerto è stato dedicato ai fatti della Settimana Rossa, di cui ricorre quest’anno il centenario, ricordati anche da una parte dei pannelli della Mostra allestita ed esposta nei mesi scorsi ad  Ancona (Mole Vanvitelliana), ed ha ripercorso, con alcune canzoni, il periodo storico dall’Unità d’Italia alla Resistenza, passando appunto per i moti del 1914 della Settimana Rossa che videro il protagonismo degli anconetani, ma anche, e forse ancor più, dei fabrianesi e anche dei serrani  (in pratica da “Il feroce monarchico Bava” che ricorda la repressione violenta dei moti popolari a Milano, da parte del gen. Bava Beccaris, a “Bella ciao”, canzone simbolo della Resistenza, passando per “O Gorizia tu sei maledetta”, “Addio Lugano bella”, altra canzone simbolo, stavolta  degli anarchici cacciati dalla Svizzera, a “Fischia il vento”, canto delle Brigate Garibaldi, le formazioni partigiane “rosse”).
Il concerto è stato preceduto da una dettagliata ricostruzione storica di quel periodo, da parte del giovane professore e storico Stefano Gatti, di Fabriano.
Insomma, se non ci siete stati, avete perso qualcosa… ma il Gruppo si esibisce spesso in scuole e teatri.

Per le prossime occasioni, cercate Antonella Vento su Facebook.

venerdì 12 settembre 2014

(536) TORNA la Festa De "L'Untà" (a Serra San Quirico).

Torna la Festa dell'Unità, nella vicina Serra San Quirico. Mancava ormai da alcuni anni e si faceva dalle parti di S. Elena in collaborazione con i "compagni e amici" di Mergo e Rosora.

Ora torna, nel Centro storico di Serra, ed è dedicata a Enrico Berlinguer, a 30 anni dalla sua morte.
La Festa si apre oggi e andrà avanti fino a domenica prossima.

Appuntamenti di rilievo: il concerto dei "NonCantoPerCantare" (stasera ore 19.30); il dibattito sul futuro delle Province (domani alle ore 18.00) e la proiezione del film su Enrico Berlinguer (domenica 14, alle ore 17.00) dopo la cerimonia di intitolazione allo stesso (ore 16.00) della sede del Circolo PD di Serra San Quirico (in Via A. Capitini,2).

(535) S.O.S. CHI L'HA VISTA?

Questa è TINA la gattina...
Messaggio urgente. 
Da ieri sera si è allontanata da casa TINA, la gattina.

Abita vicino alla strada provinciale che attraversa il Paese e, se gira lì intorno, la strada potrebbe essere, per lei, un pericolo.

Chi dovesse vederla per Mergo Capoluogo, telefoni cortesemente a Marcello (338.2200709).

TINA è una gattina socievole che si lascia avvicinare (con i soliti modi dovuti a un gatto), ma ovviamente questa è una operazione più facile per chi è già conosciuto da lei.

Se la vedete, dunque, telefonate. 
Grazie.

martedì 9 settembre 2014

(534) MERGO TOUCH? YES, MERGO... “TACE”!



Nei giorni immediatamente precedenti quello delle elezioni europee e comunali (25 maggio scorso), era stato uno dei “fiori all’occhiello” della Amministrazione uscente.
Insieme ad altri “botti” (lavori improvvisi a Angeli, il libro fotografico, ecc.), tenuti in caldo dopo anni di inattività, sulla porta a vetro di ingresso in Municipio, apparve uno strano schermo, reso più appariscente da una grafica strillata e accattivante. 
Non potevi non vederla. Tuttavia, per i più distratti, venne attivato – giorno e notte, ‘day and night’ - un gioco di luci psichedeliche, un ‘tourbillon’... stile Las Vegas!

Ed ecco a voi, Signore e Signori, MERGO TOUCH (Mergo tàc)! Il sottotitolo, per i più lenti di comprendonio, spiegava: “INFORMAZIONI” !

Anche questo, però, come tutti i giochi belli, è durato poco.
Passano pochi giorni, e soprattutto passano le elezioni, verso la metà di giugno, Mergo Touch si spegne, per la serie “passata la festa, gabbato lo santo”, e da allora non si è più ripreso.

A parte la infelice collocazione (il sole che batte sullo schermo lo rende inutilizzabile), ma a cosa doveva servire ‘sto marchingegno?
Doveva permettere l’accesso ad internet ed al sito istituzionale del Comune.
Doveva consentire di conoscere tutte le informazioni sulla attività dell’Amministrazione comunale.
Doveva, soprattutto, dare informazioni precise e circostanziate sulla attività turistica, sugli eventi e le manifestazioni, sulle varie strutture turistiche disseminate sul territorio, insomma doveva mettere in condizione ciascun forestiero di orizzontarsi e sentirsi subito a casa sua.
Insomma, a parte la infelice collocazione (ripeto), doveva fornire un servizio utile e interessante, importante per una moderna comunicazione. Appunto, doveva…

Purtroppo, da allora, 'Mergo Touch', TACE!
Niente più luci psichedeliche, niente accesso al sito web del Comune, niente più informazioni. Niente di niente. Perche? Boh! Tace anche la attigua bacheca comunale, sempre prodiga di avvisi e di annunci (anche quelli un po’ strampalati), dove magari si poteva mettere un “scusate il disagio, stiamo lavorando per voi, le trasmissioni riprenderanno il… 31 Giugno”!

Tornerà mai in funzione il Mergo Touch? E quanto (ci) è costato ‘sto scherzetto? Lo sapremo presto. C’è una interrogazione di una consigliere comunale di “Mergo#cambiaverso”.

venerdì 5 settembre 2014

(533) Altrimenti...ci arrabbiamo!

Ritorno sull’argomento animali e avvelenamento perché, proprio ieri, una mia amica di Rosora ha ricevuto l’esito definitivo delle analisi che sono state fatte sul cadavere del suo povero cane: morto avvelenato a causa di sostanza cumarinica (veleno per topi) ingerita tramite una salsiccia avvelenata.
Ovviamente, è stata fatta denuncia alle autorità competenti e spero che la giustizia faccia il suo corso, perché, per chi ancora non lo sapesse, avvelenare e uccidere un animale, anche selvatico, è un REATO e anche grave.
Rimando a questo link  del sito della LAV per informazioni dettagliate (http://www.lav.it/domande-e-risposte/bocconi-avvelenati), ma ci si può informare in molti siti di vario genere, basta googlare “avvelenamento animali” e si apre un mondo. Esatto, un mondo, perché il fenomeno è, purtroppo, abbastanza diffuso.
Comunque, brevemente, e per esser chiari:
L’uso di esche avvelenate è vietato. In più le sostanze velenose costituiscono una fonte di inquinamento ambientale, avvelenando catena alimentare, suolo e falde acquifere.
Avvelenare un animale è reato ai sensi degli artt. 544-bis e 544-ter (uccisione e maltrattamento di animali) del Codice Penale.
L’articolo 14 del T.U. Leggi sanitarie (Regio Decreto 27.07.1934, n° 1265) proibisce e punisce lo spargimento di sostanze velenose con reclusione ed ammende.
Per prevenire e contrastare il fenomeno il Ministero della Salute ha prorogato di un anno l’Ordinanza 10 febbraio 2012, sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche e bocconi avvelenati, la cui efficacia era di 24 mesi. La proroga è in vigore a decorrere dal 3 marzo 2014.
Le operazioni di derattizzazione e di disinfestazione, eseguite da ditte specializzate, debbono essere effettuate con modalità tali da non nuocere in alcun modo alle persone ed alle specie animali non bersaglio e devono essere pubblicizzate dalle ditte stesse, tramite avvisi esposti nelle zone interessate con almeno cinque giorni lavorativi d’anticipo. La tabellazione deve contenere l’indicazione di pericolo per la presenza del veleno, gli elenchi identificativi del responsabile del trattamento e l’indicazione delle sostanze utilizzate.
Al termine delle operazioni il responsabile della ditta specializzata deve provvedere alla bonifica del sito.
L’utilizzo di rodenticidi, non racchiusi in appositi contenitori di esche, può essere autorizzato previa comunicazione al Ministero della Salute.
Al  termine dell’operazione le esche non utilizzate debbono essere rimosse e va redatto un verbale di chiusura dell’operazione stessa. Nel verbale, che viene inviato in copia al Ministero della Salute, va indicato il numero di esche immesse ed il numero delle esche non utilizzate e rimosse.
In caso di avvelenamento, anche senza la morte dell’animale, c’è l’obbligo della denuncia (carabinieri, polizia, forestale, etc) e le autorità locali (sindaco e prefetture) devono provvedere a rimettere i luoghi in sicurezza.

Questo, per quanto riguarda atti non “dolosi”, per quei bastardi che, invece, buttano bocconi velenosi ad alcuni animali per vendetta verso i padroni, o perché l’animale dà fastidio, o per qualsiasi altro cavolo di motivo, oltre al reato, spero ci sia la pubblica riprovazione, e non dico oltre.

Attenzione, poi, a diserbanti e lumachicidi, cercando di limitarne l’uso, di delimitare le zone trattate e avvisare (ma intendo ritornare su questo argomento).

Non ripeto l’invito al reciproco rispetto del precedente post (possessori animali-altri cittadini) perché sono veramente arrabbiata, perché non concepisco come si possa deliberatamente avvelenare un animale, perché la sottovalutazione e la superficialità con cui molti, troppi, maneggiano e spargono veleni (pericolosi anche per i nostri bambini, non dimentichiamolo mai) sono considerate, ancora, poca cosa… invece sono atti delinquenziali, incivili e… GGHRRRRRRRRRRR!!!!!!

Lara Secchiaroli



(532) Angeli, area ex mattatoio comunale: che DISASTRO!

Angeli di Mergo: camminamento ecologico o... "Via dei Rifiuti"?


Come si sa, i “rifiuti” (che spesso possono essere 'materia seconda', ossia una “risorsa”) possono invece diventare “un problema”, quando non vengono raccolti, trattati e smaltiti o riutilizzati (riciclati) in modo adeguato.

Quando poi, un cassonetto diventa una mini-discarica o un sito, un’area più o meno fuori mano è abbandonato/a a sé stesso, fa la stessa fine. Perché lì una pagliuzza diventa dieci-cento pagliuzze (e una canna, diventa dieci-cento canne…) e, a quel punto, chissà perchè, c'è chi si sente autorizzato ad aggiungere qualcosa, che so: qualche sfalcio del giardino, un albero di natale usato, un mobile vecchio, magari con qualche elemento identificativo, una targhetta del proprietario, magari pubblico… e poi, non contento, pensando di far sparire tutto, può accadere che gli dà fuoco… non so se mi capite… ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale e non voluto, ecco: tutto ciò può davvero diventare… un piccolo DISASTRO ambientale!!!

Per evitare che ciò accada occorre molta buona educazione, molta consapevolezza del problema, molte “istruzioni per l’uso” e anche qualche controllo, umano (una visita della Polizia Municipale, ad esempio, in genere non guasta…) o tecnologico (che so, qualche telecamera, ma vera, però…).

Non guasterebbe anche qualche “buon esempio”.
Se i camminamenti posti sotto le Mura del Castello, nel Centro storico, diventano impraticabili per via dell’erba alta, dei rifiuti non asportati in tempo o di rami di alberi rotti e lasciati lì ad ostruirli (come è accaduto in Paese, a luglio e buona parte dell’agosto scorso), diciamolo: non è un buon esempio!

E cosa dire dell’area circostante l’ex mattatoio ora magazzino o deposito comunale, ad Angeli?
Una volta l’area chiusa con un cancello, inaccessibile se non al personale comunale autorizzato. 
Ora, però, da quando è entrata a far parte del camminamento lungo il fiume Esino (Progetto Flumen) è diventata di uso e di accesso pubblico, luogo di passeggiate all’aria aperta, magari per mamme e bambini, senza i pericoli e l’inquinamento del traffico automobilistico, o per una corsetta e il jogging, immersi nella natura, con la bella presenza del fiume e, se sei fortunato, anche la vista di qualche airone bianco o cinerino.

E cosa vi si trova, in quest’area siffatta? Di tutto e di più. 
Vecchi pneumatici di auto o di macchine agricole o di movimento-terra, telai semi-arruginiti di porte da calcetto, lastre che paiono pericolosamente di eternit (mamma, l’amianto…), materiali edili, tubi e ferraglie varie, più o meno arrugginite, un gazebo in legno (di quelli che si vedono da noi, lungo certe strade di campagna) forse venuto male.
Insomma, a vederli così, in larga parte sembrano veri e propri “rifiuti”, all’apparenza o male custoditi (non c’è uno straccio di recinzione o protezione) o più o meno abbandonati.

Di chi è quell’area? Di chi è la proprietà di quei “materiali”? Perchè non c'è recinzione o messa in sicurezza? C’entra qualcosa l’Amministrazione comunale?  Perché non si dà l’esempio e si pulisce (o si fa pulire a chi di dovere)?

Che senso ha guardare la evangelica "pagliuzza" nell’occhio dell’altro (le visite nei sacchetti di rifiuti dell’indifferenziata, di cui s’è detto nel post precedente), quando non si vedono certe "travi" nel proprio?

SINDACO, che “DISASTRO”! Per favore, provveda...

Pneumatici vecchi, vecchi telai di porte per il "calcetto"...
Pannelli ondulati: sono in eternit?

(531) RIFIUTI: in Comune si grida al “DISASTRO”!

La foto-denuncia affissa sulla bacheca del Comune
Forse sulla scia della più nota campagna di sensibilizzazione e denuncia attuata da Sogenus (vi ricordate i manifesti in cui le foto di cassonetti per rifiuti, trasformati in mini-discariche, vengono incorniciate e accompagnate dalla frase: “L’Artista ci mette la firma. E’ la tua?”) anche la nostra Amministrazione comunale ha voluto stigmatizzare alcuni episodi di malcostume nel conferimento dei rifiuti presso i cassonetti.

La foto che vedete, campeggia da giorni sulla bacheca del Municipio, nei pressi dell’ingresso all’Ufficio postale, in un punto di grande visibilità.
L’immagine è eloquente. Le 4 foto, sapientemente lavorate con una grafica ormai inconfondibile (sembra quella dei manifesti elettorali della Lista civica al potere, ma che imperversa anche altrove, su You-tube) mostrano - foto in alto - due contenitori di Via Ravalle straboccanti di rifiuti, sparsi anche a terra, e - foto in basso - il cassonetto che si trova nei pressi del cimitero, con rifiuti ‘sparniciati’ ovunque, tanto da sembrare opera di qualche animale selvatico o randagio che sia riuscito a salire sul cassonetto e poi a rovistare alla ricerca di cibo.

L’abbandono scriteriato di rifiuti non ha scusanti e ogni iniziativa di censura di certi comportamenti è benvenuta. Però…

Però, non so a quanto serva tutto questo. Non mi sembra di buon gusto sbattere queste immagini in faccia a tutti i Mergani, la stragrande maggioranza dei quali è certamente innocente (ma siamo poi sicuri che la cosa sia opera di mergani e non, piuttosto, di qualche avventore di passaggio...?).

Sia come sia, non mi sembra giusta questa operazione di “colpevolizzazione generalizzata”, questo "sparare nel mucchio", da parte di chi non solo non è riuscito ad individuare i colpevoli veri, ma neppure è stato in grado di far svuotare per tempo quei contenitori, evitando che diventassero micro-discariche a cielo aperto (fermo restando che, quando il contenitore è già pieno, non si debbono aggiungere altri rifiuti, peggiorando la situazione…)!
Considerato che i fatti mostrati non sono, per fortuna, usuali ma si sono verificati, presumo, a cavallo di un periodo particolare come quello di metà agosto, questa “esibizione muscolare” dell’Amministrazione comunale mi sembra davvero fuori luogo, spropositata e del tutto inefficace.

**********************

E mi appare anche di cattivo gusto quanto sta accadendo da qualche settimana in quà ad alcuni contenitori della “indifferenziata”, assegnati a singole famiglie.
A quanto si apprende su Facebook, da questi contenitori i sacchetti dei rifiuti verrebbero prelevati e poi aperti e controllati da Operatori (?), direttamente sul posto, sotto le finestre dei cittadini interessati (e non), che potrebbero così assistere all’intera operazione ed... esposizione.
In caso di errori nel conferimento dei rifiuti, per il momento verrebbe lasciato solo un bigliettino che invita l’interessato a fare più attenzione, ma poi si potrà ricorrere anche ad altri mezzi di persuasione (multe?).

La rabbia sta salendo, specie da quando sono state recapitate le bollette della nuova tassa sui rifiuti, la TARI…!!!

Capiamoci: i controlli sono necessari, è chiaro a tutti, ma è proprio questa la modalità di effettuarli?
C’è chi trova in questo ‘sciorinamento’ in pubblico dei propri rifiuti, una sorta di violazione della sua privacy. Non si può evitare? Non si possono fare i controlli in luoghi più riservati, magari alla presenza degli interessati?
E soprattutto, prima di fare controlli, più o meno ‘a discrezione’ (già, chi e come decide “chi, dove e quando” controllare?) gettando nell’inquietudine i cittadini, credo che sia ora di attuare una seria, efficace e permanente opera di informazione, considerato anche che oggi la sensibilità di tutti, nei confronti di questo problema, è sicuramente molto più alta di un tempo.
Poi, è ovvio, “chi sbaglia, paga”.. Ma prima è necessario fornire a tutti le “istruzioni per l’uso”, precise e dettagliate.

Da questo punto di vista le “grida manzoniane” strillate dalla bacheca del Municipio-angolo Ufficio postale, mi sembra che servano davvero a poco. Diciamogli di smettere!

P.S.: Ma poi, sono davvero sicuri i Signori dell’Amministrazione comunale di star dando il buon esempio e di avere le carte a posto? Ma di questo vi dirò nel prossimo post…

mercoledì 3 settembre 2014

(530) IL PARCO FESTEGGIA - E io ricordo che...



Il Parco regionale della Gola della Rossa e di Frasassi festeggia i suoi primi 17 anni di vita, vigilia della maggiore età. E lo fa con le tre iniziative che vedete sul manifesto.

Correva l’anno 1997. In realtà la nascita del Parco era avvenuta già da un anno, dopo un lungo e complesso iter partecipativo delle Istituzioni e delle categorie sociali interessate. Ma inciampò nell’annullamento deciso dal Commissario di Governo per un banale ‘vizio di forma’ (la delibera amministrativa con cui il Consiglio regionale l’aveva approvato non poteva modificare la perimetrazione dell’area già prevista da una legge regionale, quella del PPAR (Piano Paesistico Ambientale Regionale), che non aveva impedito, però, la nascita di altri analoghi Parchi regionali. Così, per un cavillo, Giunta-Commissioni e Consiglio regionali dovettero ripetere l’iter istruttorio ed approvativo, in tutto e per tutto uguale a quello precedente, solo che stavolta aveva come oggetto una “legge” e non una semplice “delibera amministrativa”.
In realtà, pesarono l’acuto scontro con le principali Associazioni venatorie (Federcaccia, innanzitutto) e con i cacciatori della provincia, ben strumentalizzati e spalleggiati politicamente dalla “destra”, soprattutto l’allora Alleanza Nazionale, che, a difesa dei propri interessi e privilegi, avevano condotto una campagna allarmistica e terrorizzante con argomenti del tipo: “con il Parco gli abitanti residenti non saranno più padroni delle loro proprietà, saranno sottoposti a vincoli, divieti e multe salatissime, non potranno coltivare le loro terre come vorranno e nemmeno modificare le case con l’apertura di una finestra…” e baggianate di questo tipo, che però fecero presa sulla credulità popolare e colpirono nel segno, perché l’animo umano è più propenso a credere alle cose negative che a quelle positive.
In quegli anni e fino al 1999, ero il Presidente della Comunità montana, l’Ente che si battè “senza se e senza ma” a favore della istituzione del Parco (insieme alla Amministrazione comunale di Serra S. Quirico, guidata da Fabrizio Giuliani e ad alcune Associazioni ambientaliste: WWF, Legambiente, Italia Nostra).
In quella veste non mi sono mai sottratto alle diverse e accesissime assemblee pubbliche promosse, in particolare a Genga, dalle Associazioni venatorie e da un locale Comitato di Proprietari terrieri, contrarissimi alla istituzione del Parco; assemblee accesissime, dove non mancavano gli attacchi asperrimi, le provocazioni e qualche tentativo, per fortuna mai riuscito, di “buttarla in cagnara”. Costoro, del resto, erano fortemente sostenuti dalla Amministrazione comunale di Genga e dal Sindaco Dominici, che cavalcava, in più, l’argomento del “col Parco vogliono mettere le mani sulle Grotte, per togliercele”, a cui i gengarini erano ovviamente estremamente sensibili (peccato, però, che l’argomento fosse del tutto falso, come i fatti poi hanno dimostrato…).

Sostenevo a viso aperto e con fermezza le mie idee; contestavo le Cassandre che predicavano l’avvento di tutte le sventure e di tutte le disgrazie possibili e immaginabili. 
Ma soprattutto mi impegnai, insieme ai miei assessori (in particolare il Vicepresidente, prof. Sebastiano Mattiello) in un dialogo “porta a porta” con i cittadini e le famiglie del territorio del Parco (in particolare a Genga, dove la resistenza ed il pregiudizio erano particolarmente forti) confutando le previsioni di sventura e illustrando, invece, le buone conseguenze e le opportunità che potevano venire da una azione di protezione e tutela, ma anche di valorizzazione e sviluppo sostenibile di questa parte del territorio.
Oggi, a distanza di tempo, si può dire che, forse, non tutte le aspettative si sono realizzate, ma certamente non si sono avverate le sventure e le “profezie nere” dei menagramo.

Ma perché racconto qui, a “tantuMergo”, queste cose? 
Perchè ricordo che anche Mergo ha corso il "rischio" di entrare nel Parco. Molti anni dopo i fatti di cui sopra, ricordo di aver incontrato l’allora sindaco Corinaldesi, in un hotel di Portonovo (Ancona), dove si celebrava il Congresso della Federazione regionale dei Parchi e delle Aree protette e io vi ero stato invitato in qualità di ex-presidente della Federazione. Incuriosito dalla presenza del "mio" sindaco, chiesi qualcosa al Presidente di FederParchi, Giuliani, che mi disse che il "mio" sindaco era interessato all’inserimento nel Parco della Gola della Rossa e di Frasassi di una porzione del territorio comunale, visto che il confine passa vicinissimo (al Tribbio).

Fui piacevolmente sorpreso da tanta sensibilità ambientale, ma anche scettico delle reali possibilità di questa idea, visto che tra i suoi ‘supporter’ e amici politici, Peppe aveva parecchi esponenti della lobby venatoria e della proprietà terriera mergana. I fatti, purtroppo, mi hanno poi dato rapidamente ragione!

Le fortune turistico-ambientali  di Mergo, allora, sono state affidate a progetti meno ambiziosi e meno impegnativi: i “6 gazebo” disseminati nel territorio, che nessuno utilizza (ma i teloni di copertura sono costati oltre 800 €), e la fantasmagorica “Loc-No-Loc”, che doveva essere la “carta vincente” dell’ Area camper di Via Colli, quella che doveva sbaragliare le consimili aree esistenti, ma che anche quest’anno è rimasta desolatamente vuota; fatti salvi i 4-5 giorni a cavallo tra fine aprile e primi di maggio in cui l’Amministrazione ha fatto “l’americana”, offrendo ospitalità alberghiera e ristorativa alla fine di un inutile convegno (500 € di spesa prevista); transfert gratuiti, per giorni, con mezzi e dipendenti comunali; rifornimento elettrico e servizi gratis, per giorni, con costi mai quantificati, a una trentina di camper e relativi proprietari. Ovviamente, a spese nostre!