giovedì 27 luglio 2017

Biblioteca kaputt!


Lara Secchiaroli

Il Consiglio Comunale di martedì 25 luglio 2017

Di questo Consiglio, in verità, posso dire ben poco, perché ho partecipato fino alla approvazione dei verbali, poi sono dovuta andare via, per impegni personali.
Tuttavia, ho sentito l’obbligo di essere presente, almeno al principio, perché si discuteva una Interrogazione, presentata e firmata da me e Giovanni Spugni, sul bando che il Comune aveva fatto recentemente per assegnare la gestione della biblioteca, dopo aver interrotto la convenzione precedente con l’Unione Montana, che si avvaleva di una cooperativa.
Già l' Amministrazione Cola aveva ridotto l’orario di apertura al pubblico a sole 4 ore settimanali, se poi ci mettiamo che per quasi un anno l’operatrice non ha potuto usufruire di wi-fi per accedere al sistema bibliotecario (un guasto miracolosamente risolto appena ho presentato un’altra interrogazione), possiamo tranquillamente capire l’importanza che l'attuale Giunta comunale dà a questo servizio.
Problema risolto: ora la biblioteca è chiusa. Infatti, il bando è andato deserto; proprio quel bando che io e Giovanni abbiamo contestato in più punti, soprattutto in quanto limitava la partecipazione alle sole “associazioni culturali e di volontariato socio-assistenziale” e prevedeva la fornitura del servizio “a titolo gratuito” a fronte di un rimborso, soggetto per di più a offerta di ribasso.
In Consiglio, il Sindaco, oltre a ribadire quanto già scritto nella risposta alla interrogazione (vedi allegato in fondo al testo), ha affermato che al suo insediamento aveva valutato che il Servizio costava troppo, soprattutto se rapportato al numero di utenti, e di conseguenza prima aveva ridotto l’orario, poi aveva deciso di procedere come descritto sopra, anche perché, a suo avviso, l’accesso al sistema bibliotecario non serve, e molti comuni avevano agito allo stesso modo.
Io, al contrario, so di comuni che hanno cercato in tutti i modi di mantenere il servizio, magari rimodulando la spesa e l’offerta, e cercando soluzioni comuni con altri enti, ma riconosco che il Sindaco può decidere di fare diversamente. 
Per capire di cosa parliamo, si tratta di una spesa attuale di 3.453 euro l’anno, mentre il rimborso previsto nel bando era di 1.400 euro: un risparmione! 
Tuttavia, non si può fare un bando di questo tipo, soprattutto limitando la partecipazione in base a requisiti non congrui (cosa c’entra il "socio-assistenziale"?), contemporaneamente chiedendo prestazioni specialistiche, che solo persone appositamente formate e professionalmente preparate possono garantire. Inoltre il bando forniva solo 15 giorni di tempo per la presentazione delle domande… pochini… come se fosse già tutto pronto!
Comunque, anche non volendo pensare male, sta di fatto che l’Amministrazione, in questo modo, avrebbe ridotto la Biblioteca a una semplice libreria di casa. Ovvero, senza la possibilità di comunicare con le altre biblioteche per la ricerca di libri (questo è il sistema bibliotecario, ovvero poter avere libri che si trovano in altre biblioteche affiliate), senza personale che sappia usare moderni mezzi di ricerca e catalogazione (persone competenti e formate), senza attività di animazione idonee (le magnate fanno festa, ma non possono essere definite culturali), gestita gratuitamente, col solito obolo del... rimborso.
Ripeto che si tratta di una scelta politica legittima (non quel bando, però), ma che va presentata per quel che è: un taglio ai servizi ai cittadini.
Io sono dell’avviso che i servizi culturali non vadano considerati solo dal punto di vista economico (che costino è normale), e che i benefici di una biblioteca, piccola per carità, usata solo da pochi (mi dicono che non erano poi così pochi, ma aspetto dati certi che mi riprometto di pubblicare) non siano facilmente quantificabili.  
Io taglierei su altre spese, cercherei di limitare le inefficienze, cercherei collaborazioni, una cogestione virtuosa pubblico-privato, ma non ridurrei una biblioteca ad una stanza con pochi libri polverosi sugli scaffali. Le idee si potrebbero prendere da altre amministrazioni, coinvolgendo i giovani, i quali, allora potrebbero formare una  loro associazione, collaborando con un gestore pagato e competente, magari per allungare i tempi di apertura, o per animare e rendere interattiva la struttura. 
Insomma ci si potrebbe provare, ma la scelta politica è stata all'opposto: una dequalificazione, andata pure male.
Il Sindaco dice che adesso provvederanno, ma io credo sia tutto un problema “culturale”.




martedì 9 maggio 2017

Mille luci


Di Lara Secchiaroli

Degli ultimi tre Consigli comunali non ho scritto nulla, perché nulla c’era da scrivere. Ordinaria amministrazione, bilanci vuoti e conferme tariffarie, questo lo scarno riassunto. 
Unica novità: pare che l’Amministrazione abbia deciso di procedere in proprio (con proprie risorse) all’ammodernamento dell’impianto di illuminazione pubblica con luci a LED.
Così, scartata sia l’ipotesi partecipazione al progetto CIS che il 'project financing' (affidamento a ditta privata con pagamento di canone annuo), l’Amministrazione ha racimolato circa 100.000 euro, sbloccandone 60.000 dall’avanzo di amministrazione e utilizzando i circa 40.000 distribuiti dal CIS recentemente, per partire con i lavori.

Almeno, così dovrebbe essere, visto che ancora non si vede niente. Recentemente, poi, a Mergo paese non si vede proprio niente niente, nel senso che abbiamo passato tre giorni senza illuminazione: da venerdì 5 a domenica 7, eccetto alcune vie periferiche, il paese è tornato al medioevo, anzi prima, perché non c’erano nemmeno le torce! Romantico, per carità, ma leggermente inquietante. La prima sera, ho pensato: sarà successo qualche guaio fuori, o un fulmine.
La seconda: allora il danno è grosso. La terza: ma l’ho notato solo io?

Così, ieri (lunedì mattina) ho chiamato in Comune e il Dirigente competente mi ha detto che lui il venerdì va a casa e torna il lunedì, che solo in mattinata aveva saputo e aveva prontamente chiamato la ditta a cui è affidata la manutenzione, che stava già intervenendo.
D’accordo, lui non abita qui, ma gli amministratori? Dove sta il sindaco Cola? E il vice Corinaldesi? E il neo-assessore Tacconi?

Secondo il Dirigente c’è stato “un difetto di comunicazione” fra gli amministratori e la Ditta.
D’accordo, ma quando ti accorgi che il guasto si protrae per tre giorni (o, meglio, per 3 notti…) , non richiami? Il “difetto di comunicazione” è forse cronico?

Non vorrei fosse il segnale che le grandi manovre intorno all’impianto di illuminazione sono cominciate, con interventi “anomali” e che questo sia solo l’inizio di un involontario “gioco di luci” che ci accompagnerà per tutta la durata dei lavori; oppure, tocca sperare che sia stato solo un guasto, risolto tardi e male, con superficialità, senza dare tante spiegazioni ai cittadini, come al solito…  

domenica 12 febbraio 2017

(2) CACCHE DI CANI e ... "cacche" di padroni!


di Riccardo Maderloni
Quel che si vede nella foto (guardate in basso a destra) non richiede tante spiegazioni.
Siamo nella centralissima Via C. Battisti, nel Capoluogo, di fronte ad un noto ristorante-pizzeria, a due passi da un’altra nota e apprezzata Osteria con camere; a tre passi dal Municipio, che si vede sullo sfondo.

Che l’Autore del misfatto non si sia reso conto del luogo in cui si trovava a fare il suo… “bisogno”, posso capirlo.
MA IL PADRONE o padrona che sia, QUELLI NO, non sono scusabili in nessun modo!
Ma, dico, una volta che il fatto è accaduto, ci vuole tanto a rimediare, a usare a mo’ di guanto un semplicissimo sacchettino di plastica per raccogliere il …“prodotto interno lordo” del proprio cane e riporlo nel primo cassonetto, evitando di ‘lordare’ il pubblico marciapiede?

Ci sarebbero anche le norme di legge a vietare un simile comportamento, ma basterebbe molto meno: un po’ di educazione e di senso civico.
Se no, poi, ci vanno di mezzo tutti. E’ fin troppo facile generalizzare. E fin troppo facile prendersela anche con quelli che portano a spasso il proprio amico a 4 zampe con il guinzaglio regolarmente dotato del serbatoio di sacchetti igienici, e lo usano in caso di… “bisogno”!

Comunque, penso che una bella Ordinanza del Sindaco non guasterebbe. Anche se poi, chi la farà rispettare, francamente non so!

giovedì 9 febbraio 2017

(1) "Crisi quasi lampo" nella Giunta Cola: FUORI BARATTINI, DENTRO TACCONI.


Cose che succedono qui...
di Riccardo Maderloni

“A seguito delle dimissioni di Marco Barattini, per sopraggiunti impegni lavorativi e personali, è stato nominato nuovo assessore Stefano Tacconi con funzioni relative a lavori pubblici, servizi sociali e culturali. Le funzioni di vice-sindaco vengono assunte dall’assessore Giuseppe Corinaldesi”.
Con questo scarno comunicato sul sito internet, l’Amministrazione comunale ha dato notizia delle dimissioni dalla Giunta del giovane (classe 1976) Marco Barattini, del subentro di Stefano Tacconi (classe 1940), e della contestuale promozione del fidatissimo ‘Peppe’ alla carica “sindaco con la v. davanti”, ossia vicesindaco.
Le dimissioni di Barattini sono del 9 gennaio; il decreto di nomina del Sindaco Antonio Cola è del 1° Febbraio 2017. Per risolvere questa "mini-crisi" sono state necessarie 3 settimane!
Quali i motivi di questo piccolo (siamo a Mergo, tutto è piccolo...) “terremoto” politico-amministrativo?
La motivazione ufficiale, espressa con linguaggio freddamente burocratico (i “sopraggiunti impegni lavorativi e personali”…), diciamolo, non convince più di tanto.
Forse c’è dell’altro. Tuttavia, se la perdita non sembra irreparabile, di certo il  subentro dell’ultra75enne, ma evergreen, Stefano Tacconi (a cui ho già fatto i miei complimenti e auguri di buon lavoro...) non sarà tale da cambiare le sorti e “rilanciare” una Giunta a mio avviso tra le più scialbe, prive di idee e di ambizioni, insomma… “moscia” e "ad andamento lento" che Mergo abbia mai avuto!
Del resto, anche l’ormai “ex” assessore-vicesindaco non si è mai fatto notare troppo per dinamismo, né per smanie di protagonismo o desiderio di “lasciare il segno”. Anzi.
Entrato nella Amministrazione Cola il 27 maggio 2014, in 2 anni e mezzo la sua è apparsa, più che altro, una “non-presenza”, risultando assente a più della metà (56,2%) delle sedute e delle deliberazioni della Giunta.
In un crescendo rossiniano, le sue assenze sono passate da un quasi fisiologico 20% del 2014, ad uno stratosferico e decisamente inaccettabile 76,4% del 2016: un vero record!
Nello scorso anno, in pratica, ha partecipato a solo 4 delle 17 sedute (“una-virgola-un-pò” al mese…) di Giunta deliberanti e ad appena 16 delle 62 delibere totali (“una-virgola-un-po’”, a settimana, molte delle quali “dovute” per legge).
Come sia potuto accadere tutto ciò, non lo so. Né conosco le responsabilità dei vari personaggi. Ma certo non deve aver giovato all’armonia complessiva.
Un po’ di esperienza mi dice che quando il Capo di un Organo collegiale, sia esso una Giunta o un Consiglio di amministrazione, ci tiene, trova il modo per conciliare tempi e modi delle riunioni con gli impegni dei suoi Collaboratori, in modo da favorirne la partecipazione; specie se, come nel nostro caso, l’Organo è ristretto (la Giunta comunale è composta da 3 persone) e uno solo ha impegni lavorativi, mentre gli altri 2 sono pensionati.
A meno che le assenze non siano volute dall'interessato, cosa che escluderei, mi sembra plausibile pensare che la solitudine (“gli altri fanno a meno di me”) anziché consigliare di reagire adeguatamente con gli strumenti della politica, possa aver ceduto allo scoramento, al senso di “inutilità” e, infine, alla decisione di dimettersi. In tal caso, come capite, la cosa è complessa e le responsabilità (politiche..., per carità!) non sembrano stare tutte da una sola parte e, forse, la Giunta Cola ha un problema...
Ovviamente , tutto ciò è solo una mia opinione. Ora, se volete, aspetto le vostre…