Lara Secchiaroli
Il Consiglio Comunale di martedì 25 luglio
2017
Di questo Consiglio, in verità,
posso dire ben poco, perché ho partecipato fino alla approvazione dei verbali,
poi sono dovuta andare via, per impegni personali.
Tuttavia, ho sentito l’obbligo di
essere presente, almeno al principio, perché si discuteva una Interrogazione,
presentata e firmata da me e Giovanni Spugni, sul bando che il Comune aveva
fatto recentemente per assegnare la gestione della biblioteca, dopo aver
interrotto la convenzione precedente con l’Unione Montana, che si avvaleva di
una cooperativa.
Già l' Amministrazione Cola aveva
ridotto l’orario di apertura al pubblico a sole 4 ore settimanali, se poi ci
mettiamo che per quasi un anno l’operatrice non ha potuto usufruire di wi-fi per
accedere al sistema bibliotecario (un guasto miracolosamente risolto appena ho
presentato un’altra interrogazione), possiamo tranquillamente capire l’importanza
che l'attuale Giunta comunale dà a questo servizio.
Problema risolto: ora la
biblioteca è chiusa. Infatti, il bando è andato deserto; proprio quel bando che io e Giovanni abbiamo contestato in più punti, soprattutto in quanto limitava la
partecipazione alle sole “associazioni culturali e di volontariato socio-assistenziale”
e prevedeva la fornitura del servizio “a titolo gratuito” a fronte di un rimborso, soggetto per di più a offerta di ribasso.
In Consiglio, il Sindaco, oltre a
ribadire quanto già scritto nella risposta alla interrogazione (vedi allegato in
fondo al testo), ha affermato che al suo insediamento aveva valutato che il
Servizio costava troppo, soprattutto se rapportato al numero di utenti, e di conseguenza prima aveva ridotto l’orario, poi aveva deciso di procedere come descritto
sopra, anche perché, a suo avviso, l’accesso al sistema bibliotecario non serve,
e molti comuni avevano agito allo stesso modo.
Io, al contrario, so di comuni
che hanno cercato in tutti i modi di mantenere il servizio, magari rimodulando
la spesa e l’offerta, e cercando soluzioni comuni con altri enti, ma riconosco
che il Sindaco può decidere di fare diversamente.
Per capire di cosa parliamo,
si tratta di una spesa attuale di 3.453 euro l’anno, mentre il rimborso
previsto nel bando era di 1.400 euro: un risparmione!
Tuttavia, non si può fare
un bando di questo tipo, soprattutto limitando la partecipazione in base a
requisiti non congrui (cosa c’entra il "socio-assistenziale"?),
contemporaneamente chiedendo prestazioni specialistiche, che solo persone
appositamente formate e professionalmente preparate possono garantire. Inoltre
il bando forniva solo 15 giorni di tempo per la presentazione delle domande… pochini… come se fosse già tutto pronto!
Comunque, anche non volendo
pensare male, sta di fatto che l’Amministrazione, in questo modo, avrebbe
ridotto la Biblioteca a una semplice libreria di casa. Ovvero, senza la
possibilità di comunicare con le altre biblioteche per la ricerca di libri
(questo è il sistema bibliotecario, ovvero poter avere libri che si trovano in
altre biblioteche affiliate), senza personale che sappia usare moderni mezzi di
ricerca e catalogazione (persone competenti e formate), senza attività di
animazione idonee (le magnate fanno festa, ma non possono essere definite
culturali), gestita gratuitamente, col solito obolo del... rimborso.
Ripeto che si tratta di una
scelta politica legittima (non quel bando, però), ma che va presentata per quel
che è: un taglio ai servizi ai cittadini.
Io sono dell’avviso che i servizi
culturali non vadano considerati solo dal punto di vista economico (che costino
è normale), e che i benefici di una biblioteca, piccola per carità, usata solo
da pochi (mi dicono che non erano poi così pochi, ma aspetto dati certi che mi
riprometto di pubblicare) non siano facilmente quantificabili.
Io taglierei su altre spese,
cercherei di limitare le inefficienze, cercherei collaborazioni, una cogestione
virtuosa pubblico-privato, ma non ridurrei una biblioteca ad una stanza con
pochi libri polverosi sugli scaffali. Le idee si potrebbero prendere da altre
amministrazioni, coinvolgendo i giovani, i quali, allora potrebbero formare una
loro associazione, collaborando con un
gestore pagato e competente, magari per allungare i tempi di apertura, o per
animare e rendere interattiva la struttura.
Insomma ci si potrebbe provare, ma
la scelta politica è stata all'opposto: una dequalificazione, andata pure
male.
Il Sindaco dice che adesso
provvederanno, ma io credo sia tutto un problema “culturale”.