venerdì 23 dicembre 2011

(234) - IL LUCCHETTO DI "LORSIGNORI"!


Dunque, alla fine per evitare ulteriori, pericolosissime, sgradite quanto democratiche, “incursioni”, alla bacheca posizionata al piano terra del Municipio, hanno messo un bel lucchetto!!!

Tutto è nato allorché per rispondere ad un volantino, non privo di insinuazioni malevole e insultanti verso di noi, ma anonimo (come è costume di “certi personaggi” che non abbiamo molte difficoltà a individuare) abbiamo affisso nella bacheca un nostro volantino (vedi il post n. 229 del 5 dicembre scorso, http://mergo-maderloni.blogspot.com/2011/12/229-ai-mergani-non-far-sapere.html) firmato con tanto di simbolo della nostra lista.Inserisci link

Non solo quel volantino è stato... “democraticamente” asportato dalla solita... “manina”, nel breve volgere di una manciata di minuti (evidentemente, come cantava la Caselli, “la verità… ti fa male, lo so…”), ma ora, per evitare il ripetersi di fatti analoghi, come vedete, la bacheca è stata “violentata” da un bel lucchettone (insomma, come cantava la Berti: “e questa è casa mia… e qui comando io…”).

Già, qui “comandano” LORO, visto che “amministrare” democraticamente all’insegna di un sano confronto con il competitore politico, deve sembrar esercizio troppo difficile e dannatamente complicato!

Del resto, il LUCCHETTO è essenzialmente un segno di POTERE, di COMANDO e di PROPRIETA’ PRIVATA, che sono in capo a chi ne possiede la chiave.

PROPRIETA’ PRIVATA, in genere esercitata sulle cose, ma talvolta anche sulle persone (le famose “cinture di castità”, si narra che fossero chiuse con lucchetto e la chiave era portata via e ben custodita dall’… “interessato”, “padrone” della donna… “amata”!).

Sul tema della tutela della “proprietà privata” attraverso una “chiave” la letteratura è copiosa. In proposito, Pirandello, con la magistrale descrizione della cura maniacale della “roba”, e Kurosawa, con l’omonimo romanzo (da cui il forse più visto film, del peccaminoso Tinto Brass) hanno descritto stati d’animo e pagine indimenticabili.

Ma, qui, nella piccola Mergo, quel LUCCHETTO chiuso a CHIAVE, a tutela di una ‘roba’ di cui si è proprietari, ma solo “pro tempore”, e di cui si dovrebbe fare uso più democratico, finisce per essere il segno di una concezione proprietaria della cosa e del potere pubblici, che dovrebbe richiamare il dovere a un confronto di idee, di cui sono evidentemente incapaci, certamente non per cattiveria, ma forse solo per formazione politica e culturale.

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