“P.Q.M. il Tribunale di Ancona, definitivamente pronunciando, in
contraddittorio tra le parti, così provvede:
- accoglie la domanda di parte ricorrente e per l’effetto condanna il Comune di Mergo al pagamento in favore di Pierelli Marina
della somma di € 4.114,40 oltre interessi legali dal 20.03.2014 al saldo
effettivo;
- accoglie la domanda riconvenzionale del
Comune di Mergo e per l’effetto condanna Pierelli Marina al pagamento in
favore del Comune di Mergo della somma di € 1.302,79 oltre interessi legali
dalla sentenza al saldo;
-
dichiara le spese di lite interamente compensate tra
le parti.
Così deciso in Ancona, 20.03.2014”.
Eccolo qui il “succo” della
sentenza pronunciata dal Tribunale di Ancona, sulla causa avviata
giusto un anno fa, il 20 marzo 2013, dalla sig.ra Marina Pierelli contro il
Comune di Mergo.
A prima vista, sembrerebbe il classico “un colpo al cerchio e
uno alla botte” e invece mi sembra che sia il Comune a uscirne con le ossa
rotte. Vediamo perché.
L’ex-gestore del ristorante di
Via C. Battisti 14 (all’epoca: “Il Merlo nero”), di proprietà comunale, dopo 10 mesi dalla restituzione
dei locali, si era dovuta rivolgere al Giudice per ottenere dal Comune il pagamento della indennità
di avviamento commerciale (€ 4.628) dovutale per legge, e la restituzione del
deposito cauzionale (€ 697). Somme che l’Amministrazione comunale stava
trattenendo, ritenendosi danneggiata dallo stato in cui aveva riottenuto i
locali affittati.
Dal canto suo, l’Amministrazione
comunale aveva resistito alla chiamata in causa, nominato un proprio legale
(l’avv. D. Bendia), contestato le richieste della sig.ra Pierelli, di cui aveva
chiesto il rigetto, lamentando di aver subìto danni “per i quali chiedeva il pagamento di una somma non inferiore a €
11.011,00”.
E’ andata a finire che la sig.ra
Pierelli, che nel corso del giudizio aveva ridimensionato le sue richieste a 4.811,61
€, ha ottenuto integrale soddisfazione delle sue richieste e può essere ritenuta la vera
“vincitrice” della causa, se si considera che ai 4.114,40 € che il Comune le
dovrà pagare, devono teoricamente aggiungersi i 697,21 € del deposito
cauzionale che il Comune trattiene ma solo come “acconto” sui 2.000 € di
risarcimento danni effettivamente riconosciuti dal Tribunale (e, per
l’effetto, la sig.ra Pierelli pagherà al Comune solo 1.302,79 €).
Per l’Amministrazione comunale di
Giuseppe Corinaldesi, invece, se di “vittoria” si vuol parlare è certamente una
“vittoria di Pirro”.
Dal punto di vista monetario il
risarcimento di appena 2.000 € (e l’incasso di solo 1302,79 €), a fronte di una
richiesta “non inferiore a 11.011 €”,
la dice lunga e non è il caso di aggiungere altro…
Ma i torti dell’Amministrazione
emergono anche da altri elementi.
Intanto va evidenziato che il
Tribunale ha respinto la pretesa del Comune di non pagare alla sig.ra Pierelli l’indennità
di avviamento commerciale.
C’è poi la questione dei presunti
“danni” e del conseguente “risarcimento”.
Il Tribunale ha giudicato “infondata
ogni doglianza del Comune” per quelle modificazioni dell’immobile dovute
al normale uso da parte della sig.ra Pierelli.
“Parimenti infondata –
aggiunge il Giudice – è la richiesta di risarcimento danni in
ordine all’impianto elettrico e termoidraulico”. Qui si può dire che il
Comune si sia ‘fregato con le sue stesse
mani’, in quanto è dalla sua stessa documentazione che si evince come quei lavori siano stati necessari “per la messa a norma degli impianti” elettrico e termoidraulico. Dunque quelle spese (parte considerevole
dei lavori eseguiti nell’immobile) il Comune se le deve pagare in proprio e non
può “scaricarle” sulla vecchia affittuaria.
“Diverso discorso – conclude il Giudice – deve farsi per mancanza di infissi esterni e relative persiane,
asportazione di accessori”. Per questi, e solo per questi, la domanda
risarcitoria “può ritenersi fondata”
e valutata nei € 2.000 di cui s’è detto.
Se si considera, infine, che anche
il Comune dovrà pagarsi le spese legali, per cui stanziò 2.650 €, si capisce
come, alla fine della fiera, il tutto si tradurrà in una sostanziosa “rimessa”
per le casse comunali (il “dare e avere” con la sig.ra Pierelli si tradurrà in
un esborso di 2.811,61 €, più gli interessi legali; le spese legali si aggireranno
sui 3.000 €: dunque, fate voi i conti…). “Rimessa” che andrà ad appesantire il
già pesante bilancio dell’intervento realizzato, nell’estate di 2 anni fa, sull’immobile
di Via C. Battisti 14.
Tutto ciò era evitabile? Penso di
si.
Se il Comune avesse allontanato l’idea
di “farsi giustizia da solo”, avrebbe pagato alla sig.ra Pierelli quanto
dovutole per legge, tanto più che i fondi erano già stati stanziati nel
bilancio comunale.
Se non si fosse fatto trascinare
in giudizio, avrebbe scansato le spese legali.
Se avesse debitamente trattato
con la contrroparte, avrebbe potuto incassare i canoni “morosi” (514 €) e, invece
di stra-filmare, stra-fotografare e stra-parlare di “danni” rivelatisi largamente
fantasiosi, avrebbe potuto trattare, su una base più realistica, un congruo “risarcimento”.
Insomma, una gestione più accorta, avrebbe potuto perfino far guadagnare qualcosa
al Comune… !
Ma la storia non si fa con i “se”
e piangere sul latte versato, non serve. Ora bisogna leccarsi le ferite e
affrontare una nuova “grana” per il bilancio comunale.
In definitiva, cari Concittadini
e Lettori di ‘tantuMergo’, alla fine, “paga (quasi) sempre Pantalone”!
Che
però, se vorrà, avrà modo di farsi sentire, con il voto del prossimo 25 maggio!