Il nuovo Consiglio: sedie vuote per riduzione dei Consiglieri (da 12 a 10) e mancate sostituzioni |
Il Consiglio comunale torna a
riunirsi stasera, alle ore 20.00 (“dopo la partita della Nazionale…”), di fatto
con un unico argomento in discussione: le dimissioni di Ferdinando Tiberini dalla
carica di consigliere comunale e la sua surroga.
L’argomento poteva essere
discusso nella seduta di insediamento del nuovo Consiglio, quella del 4 giugno (vedi post precedente) in cui ho parlato di “sgarbo” ai danni del
dimissionario e del Gruppo di minoranza consiliare, "amputato" di 1 dei 3
rappresentanti a cui ha diritto.
Ferdinando Tiberini ha presentato
le dimissioni dalla carica di consigliere comunale il 30 maggio.
Non è certo
qui il caso di discuterne le motivazioni (sulle quali, personalmente, non
concordo... ma che rispetto) ma quella decisione comporta per il Sindaco e il Consiglio
comunale atti e scadenze ben precisi, a termini di legge, a cui non è lecito derogare nè dilazionare.
Secondo l’art. 38, comma 8, del
Testo Unico sull’Ordinamento degli Enti Locali “le dimissioni dalla carica di consigliere comunale… sono irrevocabili,
non necessitano di presa d’atto e sono immediatamente efficaci. Il consiglio,
entro e non oltre 10 giorni, deve procedere alla surroga dei consiglieri
dimissionari…”, attingendo dalla stessa Lista elettorale dei dimissionari,
seguendo la cifra elettorale (in sostanza, le “preferenze”) degli altri
candidati.
Considerato che le dimissioni
risalivano a ben 5 giorni prima (30 maggio) sembra lecito e ragionevole ritenere che, durante la
seduta del Consiglio del 4 giugno, il sindaco “non poteva non sapere” di questa circostanza. Ciononostante non ne
ha informato il Consiglio né ha dato comunicazione alcuna del fatto. Perché? Tutto
ciò appare francamente inspiegabile e incomprensibile, forse frutto di
inesperienza o forse di qualche “cattivo consiglio”.
Resta il fatto che, a quanto si sa, Tiberini non l’ha presa bene ed avrebbe reagito con atti formali sollecitando
le Autorità preposte. Vedremo…
Sia chiaro. Il sindaco non aveva
l’obbligo di trattare in quella seduta le dimissioni del consigliere Tiberini,
sopravvenute alla convocazione della stessa. Poteva farlo, sarebbe stato – per
mille motivi - ragionevole, corretto e utile farlo, ma non l’ha fatto. E ciò gli
ha fatto scattare l’obbligo di convocare una nuova e apposita seduta del Consiglio (con 1 solo argomento, e i relativi costi...),
appunto, “entro e non oltre 10 giorni”
da quel 30 maggio.
A parte il fatto che il Consiglio
è stato convocato per oggi (20 giugno) e quindi decisamente “fuori tempo
massimo”, torno a domandarmi: “perché” un simile comportamento?
Perché il
Consiglio comunale non è stato a tempo debito informato e messo in condizione
di far fronte ai suoi doveri? Perché si sono oggettivamente compressi i diritti
della minoranza, con un ‘sgarbo’ che sarebbe stato meglio per tutti evitare? A chi giova questo “catenaccio” che rallenta
il gioco istituzionale e questo atto che ‘avvelena’ il clima e la partita, fin
dal suo esordio?
Nella
prima seduta del Consiglio comunale ho visto un sindaco un po’ impacciato e sovrastato dall’esuberanza del suo ex. Ho
avuto anche l’impressione che dietro di lui si muovano ancora alcuni personaggi che, non rassegnati ad essere tornati “semplici
cittadini”, danno ancora suggerimenti
e dritte, non sempre delle… migliori.
Forse mi sbaglio. Ma credo che prima
il Prof. Antonio Cola si libererà di questi condizionamenti, prima farà vedere
le sue vere qualità. E su quelle potremo ragionare.
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PS: L’OdG della seduta di oggi è
stato scritto in modo maldestro, dando precedenza alla approvazione dei
verbali, anziché alla trattazione delle dimissioni che debbono avere, invece, priorità assoluta al fine di restituire al Consiglio
comunale la sua integrità ed il suo ‘plenum’.
Segnalo sommessamente il fatto al sindaco, ai
consiglieri… e alla Segretaria comunale, perché provvedano dato che non si tratta di una semplice
formalità, ma di sostanza!