di Lara Secchiaroli
Il terremoto ci ha travolto, il
dolore e la paura non lasciano scampo e i media ci inondano di notizie,
aggiornamenti, approfondimenti. Dicono che tocca farsi coraggio, ma lo
sconforto è sempre in agguato, soprattutto perché, come al solito, dobbiamo
fare i conti con episodi di corruzione, malaffare e speriamo niente di peggio.
La buona notizia è che, nella emergenza,
siamo fantastici, tutti, ma soprattutto i soccorritori, fra i quali spicca la
Protezione Civile, orgoglio nazionale. Eppure, come ricordava in una intervista
il suo fondatore, l’ex-ministro Zamberletti, la Protezione Civile nasce per
prevenire i disastri e i danni da disastri, oltre che intervenire quando non si
è riusciti ad evitarli.
Per questo motivo, nel tempo sono
state emanate leggi e direttive in tal senso. Ultima è la Legge n.100 del 2012,
che va proprio ad integrare la L.225/’92, che ha istituito questa benemerita
associazione. Fra le altre cose, sono previsti Piani di emergenza comunale, che
riguardano la prevenzione, la pianificazione degli interventi e anche la
formazione e l’informazione dei cittadini e dei volontari.
Confesso che non ne sapevo
niente, ma questi giorni, sui giornali, più volte ho letto di questi Piani,
così mi sono recata in Comune per sapere come siamo messi. Molto gentilmente,
gli impiegati mi hanno trovato un Piano di Protezione Civile che risale al 1995,
ma potrebbe esserci anche qualcosa di più recente, di cui gli impiegati non
sono a conoscenza. Allora ho presentato una interrogazione (potete trovarla
sotto), chiedendo di avere risposta durante il prossimo Consiglio Comunale,
perché ritengo che la questione sia troppo importante per ridursi a un botta e
risposta scritto fra me e il Sindaco, ma vorrei che tutti i consiglieri fossero
coinvolti, maggioranza e minoranza.
Qui non c’entra, infatti, la
normale dialettica politica, qui parliamo di sicurezza e riguarda tutti, senza
tirar fuori la solita tiritera dell’assenza di divisioni e lo spirito
bipartisan: le divisioni ci sono e rimangono, probabilmente abbiamo idee molto
differenti anche su questo, ma chissà che un franco confronto e ascolto non ci
porti qualcosa di buono, per una volta.
Per fare un esempio vicino ai
cittadini, la norma prevede l’individuazione delle “aree di attesa”, zone
sicure dove tutti dovrebbero convergere in caso di pericolo. A mio avviso, i
cittadino dovrebbero conoscerne l’ubicazione, e averle ben presenti, in caso di
necessità. Invece, non esiste alcuna segnaletica (pare non sia obbligatoria) e,
a mia memoria, non ci sono state informazioni negli anni recenti. A occhio,
potremmo individuarle, sia nel paese che ad Angeli, ma si sa, la fifa non aiuta
a ragionare, tanto che mi hanno detto che alcuni abitanti del centro storico,
al momento della scossa, sono usciti di casa e si sono fermati, per poco, nella
piazzetta centrale, dimenticando, nella concitazione del momento, che il
campanile è il manufatto più pericoloso in assoluto…e si sa, la vita è fatta di
attimi (a questo punto, se qualcuno si vuol toccare, faccia pure, tutto aiuta,
però dopo cerchiamo, come cittadini, di pretendere che le Leggi siano applicate
in tutte le loro disposizioni).
P.S. dell’ultimo Consiglio
Comunale, prima delle ferie, non ho scritto nulla perché nulla c’era da
scrivere…e questa è una critica ragionata ma sintetica.
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