Quella che vedete è la pagina del 12 luglio scorso di un noto quotidiano locale. Lancia (anzi, rinnova) l’allarme per la crisi dell’occupazione in Vallesina. Aumentano i disoccupati, aumentano le forme di lavoro precario: interinale, intermittente, comunque a tempo determinato.
La questione è della massima serietà e, purtroppo, globale: riguarda l’intero Paese e una grande parte dell’Europa.
Non è certo questa la sede per lunghe e complicate disquisizioni. Ma se si solleva il tema, qui, in questo spazio, è perché da alcuni giorni si susseguono con una certa insistenza voci preoccupanti ed allarmate sulla sorte di una nota azienda mergana (l’unica, di una certa dimensione, esistente nel Capoluogo) e, soprattutto, dei suoi circa 50 dipendenti, in maggioranza donne.
La situazione sembrerebbe essere pesante da un po’ di tempo in qua: si parla di alcune mensilità di salari non pagati, di esposizioni bancarie, insomma una situazione di “crisi” nonostante la presenza di ordinativi e di possibilità di lavoro positive.
Nelle ultime ore, poi, ho raccolto persino voci riguardanti la ventilata cessazione delle attività, il licenziamento dei dipendenti, la possibile ri-localizzazione degli impianti in un Comune vicino, la riassunzione di solo una parte del personale (meno della metà delle unità lavorative attuali).
Ovviamente, non sono in grado di valutare la fondatezza di simili “voci”. C’è solo da sperare che siano infondate o comunque esagerate. Che a “fine ferie”, si riapra, magari con qualche difficoltà che possa essere superata successivamente, ma si riapra, garantendo lavoro e reddito a diverse famiglie mergane.
In una situazione del genere, è auspicabile fare chiarezza, subito. E' auspicabile che la Proprietà dica parole chiare e, possibilmente, rassicuranti, e che le Orgnizzazioni sindacali facciano bene il loro lavoro di difesa degli interessi dei lavoratori.
Ma è anche necessario che le Istituzioni locali, a cominciare dal Comune, Giunta e Consiglio comunale, si attivino in modo forte e unitario, nonostante gli esiti non brillanti di una esperienza precedente (quella della Alta Definizione), perché stavolta non c'è di mezzo solo un po' di ICI o di TARSU in meno nelle casse comunali, ma si tocca la carne viva del sistema produttivo e occupazionale mergano.
Soprattutto auspico e spero che, passato il Ferragosto, e passate anche le feste paesane (stasera c’è l’ “ultimo ballo" sulla piattaforma di Via C. Battisti), si torni ad affrontare una realtà, che si profila comunque dura, anche qui.
Dove è necessario che tutti, a cominciare dall’Amministrazione comunale, si dimostrino all’altezza del compito.
PS: torno con questo pezzo su "TantuMergo", dopo una relativamente lunga pausa, di cui alcuni mi hanno voluto comunicare la loro preoccupazione. Tranquilli, qui non si molla la presa. Si durerà, a Dio piacendo, almeno fino alla primavera-estate del 2014. Poi si vedrà...
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