Sorpresa amara per i mergani che questa mattina volevano
utilizzare il servizio di Poste Italiane: senza preavviso alcuno e senza
giustificazione alcuna, hanno trovato l’ufficio chiuso!
Ho visto di persona, lo sconcerto e la delusione
(ma forse anche qualcosa di più, che qui non si può dire, ma che potete
benissimo immaginare…) sulla faccia dei malcapitati: chi doveva ritirare una
raccomandata, chi doveva pagare un bollettino di c/c, è stato costretto a rinviare
tutto a lunedì, salvo sobbarcarsi i costi di carburante e di tempo per provare
(ma non per il ritiro di raccomandate) negli uffici PT dei Comuni vicini, sperando di trovarli
aperti.
Non solo. Sulla porta è stato affisso un foglietto che
annuncia che, d’ora in poi, l’orario di apertura dell’ufficio sarà “dal lunedì
al venerdì mattina”.
Ecco dunque arrivata la tanto temuta riduzione del servizio,
contro la quale si erano pronunciate, con tanto di Ordini del giorno, la Giunta
e il Consiglio comunale, sostenuti da una raccolta di firme da parte dei
cittadini, tanto copiosa quanto inascoltata e, a quanto pare, inutile.
Dunque, “il piatto è servito”! Ed è servito nel peggiore dei
modi. Poste Italiane ha dato corso ai suoi propositi all’improvviso e senza
preavviso.
A questo punto non solo sarebbe interessante sapere se e che
cosa hanno fatto Sindaco e Giunta per sventarli e sapere se siano stati anche
loro presi di sorpresa, ma soprattutto sarebbe interessante sapere che cosa
intendono fare in futuro e da subito (ammesso e non concesso che “qualcosa” Peppe & C. intendano
fare…).
Per esempio, per contrastare questa decisione troppo
“aziendalistica” e poco “servizio pubblico”, si potrebbe provare a “fare
squadra” con gli altri Comuni colpiti (ma lì potrebbe valere l’antico “mors tua…”); si potrebbero mobilitare
le Associazioni dei Comuni (ANCI) e delle Comunità montane (UNCEM), la
Provincia e la Regione, il Prefetto e le Organizzazioni sindacali (va da sè che a una riduzione del servizio, in genere si accompagna una riduzione dei posti di lavoro...).
Si potrebbe, soprattutto, pensare ad una “linea di
mediazione e di ripiegamento”.
Facciamo una proposta. Se la riduzione deve proprio essere di 1 giorno, se ne scelga
uno infrasettimanale e si tenga aperto il sabato, giorno in cui chi (ancora)
lavora ha più tempo per tante cose, anche per il servizio postale
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