Domenica 25 si riparte. Destinazione Orvieto. L’Amministrazione comunale (ri)veste i panni del ‘tour operator’ dei mergani over65 e organizza la “gita fuori porta”. Da un giorno; è poco, ma è tutto gratis ( pranzo a parte): paga… Pantalone e, come dice il vecchio adagio "a caval donato non si guarda in bocca!"
Un consigliere comunale mi ha detto: “Se il Comune fa la Pro Loco. Il Comune, chi lo fa?”.
Osservazione acuta, fulminante. Bisogna convenirne, non vi pare? In altre parole, se l’Amministrazione comunale traccheggia, da ormai più di 2 anni, in modo inconcludente;
se l’assessore al turismo sembra non aver capito che il suo compito è portare turisti a Mergo, non i mergani in gita (eh, assessore Serini?);
se di “lavori pubblici” non se ne vede l’ombra (non si ripara neanche il muretto all’ingresso del Paese, incidentato dal novembre scorso, 11 mesi fa e ci sarebbero già i soldi dell'assicurazione) e l’unica urbanistica che si preannuncia è quella di stampo clientelare, “a gentile richiesta” dei proprietari terrieri (eh, vicesindaco Costantini?);
se pensare a qualche evento “culturale” significa parlare una lingua incomprensibile e non ci si affanna troppo se i bambini iscritti al Nido sono in pericoloso calo (chi dice 15, chi dice 12… invece dei previsti 21) e si riduce il personale con il rischio di dequalificare il servizio e provocare così una ulteriore “fuga” degli utenti (eh, assessore Anastasi?);
se l’unica attività in materia di finanza locale è quella di tagliare posti di lavoro e servizi ai cittadini (eh, assessore Cinti?);
se ci si balocca con le “piccole e meschine vendettuccie da quattro soldi” (come quella di non assegnarci una bacheca, pagata con i soldi pubblici, come è stato dato agli altri); se le campagne di sensibilizzazione sui rifiuti sono quelle strane tabelle disseminate lungo la Provinciale, ma non si fa nulla per alzare i risultati sulla “differenziata”, preparando così tariffe ancora più salate per i mergani (eh, Peppe?);
Insomma, se le uniche prodezze sembrano le assurde guerricciole al gestore del “Merlo nero”, per spillare un affitto più alto, o al Presidente della Pro Loco, per togliergli di mano il S. Martì, che magari qualcuno vuole dirigere direttamente e personalmente, dal “ponte di comando” in Piazza Leopardi 23; in altre parole, se ci si occupa solo delle piccole cose facendo assomigliare l’Amministrazione comunale sempre più a una Pro Loco: quale futuro avrà questo Paese?
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