(una immagine dell'area pic-nic in Via La Villa, a lavori iniziati.
L'area pic-nic è stata individuata lungo una Strada Provinciale con un discreto traffico veicolare, in corrispondenza di un breve rettilineo tra due curve, senza possibilità di parcheggio e senza servizi: insomma, UN ESEMPIO da manuale di come NON SI FANNO LE AREE PIC-NIC).
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A scanso di equivoci, dico subito che l’idea mi sembra buona, ma è il modo con cui si intende realizzarla che suscita – diciamo così – qualche dubbio e forti perplessità.
Mi riferisco agli “interventi di arredo urbano su aree private”, da trasformare in “aree pic-nic, per la promozione del turismo locale”, decisi dalla Giunta Comunale con delibera (n. 98) del 1° dicembre 2011, resa nota solo il 13 gennaio scorso (a cui è risultata assente, curiosamente, proprio l’assessore al turismo, Marta Serini). Secondo tale delibera, la Giunta avrebbe già individuato “alcune aree panoramiche di proprietà privata, particolarmente adatte” allo scopo, che intende acquisire mediante contratti di comodato.
L’idea di fare di Mergo “il Paese del Pic-Nic”, al di là di qualche ironia, può anche avere un suo fascino. Ma è il modo di fare dell’Amministrazione che non convince.
Innanzitutto, un progetto simile, che si propone una trasformazione duratura del territorio, avrebbe bisogno di una seria pianificazione, prima “di passare all’azione”. Della qual cosa non c’è traccia nella delibera della Giunta (dice la Giunta che avrebbe "già individuato alcune aree panoramiche particolarmente adatte", ma non ci dice dove: il rischio è che si ripeta il "caso di Via La Villa", ben documentato dalla foto).
E una volta pianificato l’intervento, le aree individuate dovrebbero essere oggetto di una progettazione tecnica, che preveda di dotarle di quei servizi di base per renderle pienamente fruibili: innanzitutto un’area a parcheggio (anche solo per 1-2 posti auto); un punto di cottura (barbecue), da usare senza il rischio di innescare incendi; una presa di acqua potabile; il “solito” tavolo e panche da pic-nic; cestini per la raccolta dei rifiuti e, a voler esagerare, anche una semplice recinzione (in legno) dell’area. Avete presente l’area di Gorgovivo? Ovviamente, più in piccolo…
Ciò, non solo per incentivare il turismo (all’aria aperta) da parte di “forestieri”, ma anche per offrire le stesse possibilità anche ai residenti (che meritano le stesse attenzioni). Orbene, niente di tutto ciò risulta trattato nella delibera della Giunta (ma c’è tempo per provvedere…).
Il fatto che, poi, dell’intervento non è stato fatto cenno (finora) in nessun strumento di programmazione tecnica (Piano delle Opere Pubbliche) o finanziaria (Bilancio comunale) lascia intendere che la Giunta “recita a soggetto”, con buona dose di improvvisazione, perchè, come dicono in Toscana, ... “senza lilleri, non si lallera”!
Infine, ma, come vedremo, non per ordine di importanza, la Giunta comunale dichiara che intende acquisire la disponibilità delle aree mediante “contratti di comodato”, da stipulare con i proprietari delle aree.
Il “comodato”, come è noto, è uno strumento abbastanza “comodo” per acquisire, con il consenso del proprietario, la disponibilità di un bene, essendo inoltre “essenzialmente gratuito” (art. 1803 C.C.). Il comodatario (nel nostro caso, il Comune) ha solo l’obbligo di custodire la cosa “con la diligenza del buon padre di famiglia”, altrimenti il comodante “può chiederne l’immediata restituzione, oltre al risarcimento del danno”.
In ogni caso, con il "comodato", la proprietà del bene resta del proprietario comodante, che può richiederne la restituzione in qualunque momento, in caso di sopravvenuto, urgente e imprevisto bisogno. In tal caso la restituzione deve essere “immediata”.
In caso di comodato concesso, invece, “a tempo indeterminato”, la restituzione è più fulminea: deve avvenire “non appena il comodante la richiede” (art. 1810 C.C.)!
Insomma, è chiaro che la contropartita della “gratuità” è la “precarietà”!
E allora quali e quanti investimenti si vorrà mai fare su aree di così precaria e “volatile” disponibilità? Insomma, il “rischio Corte dei Conti” è davvero dietro l’angolo!
In conclusione. L’idea è buona ma la mancanza di una programmazione complessiva e di una progettualità di dettaglio; la mancata indicazione delle risorse finanziarie su cui si intende contare; il fatto di voler acquisire le aree con lo strumento del “comodato” (anziché con l’acquisto o l’esproprio), danno l’idea che l’operato della Giunta Corinaldesi sia, ancora una volta, orientato alla superficialità ed all’improvvisazione, alla precarietà ed alla provvisorietà.
In altri termini, è una “strategia” che ha il respiro corto di chi guarda più alla fine del mandato amministrativo (che ormai, per fortuna di Mergo, si avvicina) piuttosto che al futuro, e che la dice lunga sulla serietà del progetto di “fare di Mergo il Paese dei Pic-Nic”.
Questo modo di fare, in verità, non è nuovo. L’abbiamo visto con il gazebo in legno (la mitica “Oasi n. 1”…) posizionato lungo Via La Villa: ma questa è tutta un’altra storia, di cui ci occuperemo nel prossimo post!
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