Quello di ieri è stato il primo martedì di chiusura
dell’Ufficio postale di Mergo. Da oggi in poi, sarà sempre così: "mai di
martedì…"!
Si conclude in questo modo una vicenda cominciata
il 23 agosto, allorché la Giunta Corinaldesi, debitamente allertata e pur a
ranghi ridotti (assenti gli assessori Costantini e Anastasi), delibera
“di intraprendere, nei confronti di Poste Italiane SpA, le iniziative ritenute
necessarie per prevenire eventuali
operazioni di ridimensionamento dell’Ufficio Postale di Mergo”.
La ‘comparsata’ continua 4 giorni dopo, nella seduta del
Consiglio comunale del 27 agosto, dove il sindaco, violando le usuali regole
(si era dimenticato di mettere l’argomento all’ordine del giorno) propone
“fuori sacco” un analogo Ordine del giorno con cui non solo si “esprime ferma
presa di posizione a difesa
dell’apertura ad orario pieno e su sei giorni settimanali dell’Ufficio
Postale di Mergo” ma ‘ad abundantiam’
“preannuncia la volontà di mettere in
atto forme di protesta nei confronti di Poste Italiane per il caso in cui
non venisse confermato il mantenimento a
pieno servizio dell’Ufficio Postale di Mergo”.
Il Consiglio comunale,
ovviamente, non badando più di tanto agli aspetti procedurali, ma
andando 'al sodo', approva all'unanimità.
Non paga di ciò ed al fine di avere più forza nell’azione di
protesta (e nella susseguente trattativa con PosteItaliane, immagino...), l’Amministrazione
ha chiesto una sorta di ‘mandato popolare’. Predisposto il testo di una Petizione
Popolare, con analogo testo, lo deposita sul banco all'ingresso del Palazzo
Municipale e raccoglie le firme di centinaia di mergani (tra cui anche il sottoscritto).
Non basta.
Sulla home page del sito internet del Comune, ancora
oggi campeggia un fierissimo comunicato, a caratteri tutti maiuscoli, col quale
l’Amministrazione si proclama schierata (“senza se e senza ma”, come si dice) “CONTRO
QUALSIASI IPOTESI DI RIDIMENSIONAMENTO DI ORARIO O DI RIDUZIONE DEL
SERVIZIO”. Boom!
Per tutta risposta, che
fa Poste Italiane?A dicembre riduce l’apertura dell’Ufficio da 6 a 5 giorni. Chiude
proprio di sabato, forse il giorno in cui la gente ha più tempo (e di tempo,
per andare all’Ufficio PT, ce ne vuole…) per sbrigare “affari di posta”.
Come sanno i nostri Lettori “TantuMergo” ha seguito
costantemente l’evoluzione del “caso” (vedi i post n. 325, a settembre 2012, e
358 a dicembre) che oggi giunge all’inglorioso epilogo, a testimonianza della arroganza di Poste Italiane ma anche della imperizia di questa Amministrazione comunale. A cui, però, va riconosciuta la bravura di tentare
di volgere in vittoria, quella che in effetti è solo una sonora sconfitta.
Infatti, sulla solita
bacheca a piano terra del Municipio, angolo Ufficio postale…, si trova affissa,
da alcuni giorni, una nuova lettera del sindaco che, con toni trionfali,
annuncia alla popolazione il “successo” ottenuto. Infatti, come concreto risultato di questa strenua opposizione, Poste Italiane ha mantenuto i propositi di “ridimensionamento” (da 6 giorni a 5) dell’ufficio mergano, ma ha deciso di accogliere la richiesta del sindaco… di chiudere l’Ufficio il martedì,
anziché il sabato! Capito, che "vittoria" ???
E dove sono finiti i proclami bellicosi? Che fine han
fatto le minacce “di intraprendere, nei
confronti di Poste Italiane SpA, le iniziative ritenute necessarie…” e “la volontà di mettere in atto forme di
protesta” per contrastare "qualsiasi ipotesi di ridimensionamento di
orario o di riduzione del servizio”?
Dove è finito il proposito di difendere “l’apertura ad orario pieno e su sei giorni settimanali” dell’Ufficio postale (vedi volantino sul sito internet del Comune)?
Ancora una volta: “parole, parole, parole… soltanto
parole…”, come cantava Mina.
A me, questo epilogo ricorda quella del pugile che, finito
KO, si rivolge ai suoi sostenitori dicendo:
“me ne ha date, ma quante gliene ho
dette…”!
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