Con la delibera n. 102 del 23 dicembre 2011 (ma pubblicata solo 21 febbraio scorso) la Giunta ha deciso il “potenziamento del servizio di biblioteca comunale” stante che, nel corso dell’anno, la richiesta di libri è passata da 115 a 220. Così, alle aperture settimanali già in vigore, nei pomeriggi del mercoledì e del venerdì, se ne aggiungerà un' altra. Il “potenziamento del servizio”, dice la Giunta, avverrà utilizzando una “persona già impiegata in progetti di integrazione sociale”.
Che a Mergo si leggano più libri, presi in prestito dalla biblioteca comunale, è segno senz’altro positivo. Ma siamo ancora a livelli minimi dato che 220 testi in 1 anno, significa che solo il 20% della popolazione ne prende 1. Se poi qualcuno prendesse 2 libri, 1 ogni 6 mesi, la media scenderebbe impietosamente.
Considerato poi che, nel 2011, la biblioteca è stata aperta per 100 pomeriggi, ciò vuol dire che, mediamente, sono stati distribuiti 2 libri al giorno. Insomma, non c’è stata la fila…
Per capire meglio il fenomeno, poi, andrebbe conosciuto il numero reale dei Lettori, la loro età, il tipo di testi richiesti, la quantità di libri mediamente richiesti da ciascuno di essi, ecc. Insomma, detta così come la dice la Giunta, non si capisce molto del fenomeno. Comunque ben venga un pomeriggio di apertura settimanale in più: 3 è meglio di 2!
C’è poi la questione del “potenziamento”.
Attualmente, se le informazioni che ho sono giuste, la gestione della biblioteca avviene nell’ambito del Sistema Bibliotecario Locale promosso dalla Comunità montana, che si convenziona con i Comuni interessati, mediante la fornitura di servizi da parte di una cooperativa di giovani, opportunamente selezionati e specializzati.
Il “potenziamento” di questo servizio, a Mergo, avverrebbe ora mediante l’utilizzo di persona “già impiegata in progetti di integrazione sociale” e dunque, par di capire, non con un maggiore impegno del personale specializzato già addetto alla gestione del Sistema Bibliotecario Locale.
Come è noto, nel nostro Comune sono 2 le persone “impiegate in progetti di integrazione sociale” e ciò avviene, in genere, su richiesta delle preposte autorità socio-sanitarie-assistenziali. La loro “prestazione lavorativa” è in genere di poche (4) ore giornaliere, per 5 giorni, proprio in considerazione delle finalità terapeutiche della stessa. Lo “stipendio” corrisposto, poi, ammonta a poco più di un centinaio di euro al mese, per le stesse considerazioni.
Dunque, l’inserimento lavorativo di “persone impiegate in progetti di integrazione sociale” penso che dovrebbe essere del tipo “in affiancamento” e non “in sostituzione” del personale già adibito alla gestione di un servizio che, come quello bibliotecario, richiede specifiche professionalità e competenze.
Altrimenti, siamo alle solite... Si vogliono fare le nozze coi funghi, si spaccia per potenziamento ciò che invece ha il sapore di… un’altra cosa!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento