SE UN SINDACO NON RISPONDE
ALLE INTERPELLANZE DI UN CONSIGLIERE COMUNALE,
VOI COSA DITE: VA BENE COSI' ...? - 2° parte
Le piogge dei primi giorni di marzo, si sa, nelle Marche hanno provocato disastri, specie nelle province meridionali (vedi articolo).
La nostra Regione ha pagato il conto "salato" di tanti anni di cementificazione, di uso dissennato e di scarsa manutenzione del territorio.
Il conto è stato così salato che Spacca ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di calamità e i soldi del Fondo di solidarietà nazionale. Il Governo, come è noto, ha risposto picche: prima la Regione deve applicare tutte le tasse possibili e poi, ma solo poi, potrà avere accesso al Fondo nazionale. E' nata così la protesta, sacrosanta, contro la cosiddetta "Tassa sulle Disgrazie".
Fin qui, si fa per dire, è tutto OK.
E a Mergo, cosa è successo?
E' successo che il sindaco ha fatto subito (il 3 marzo) una prima ordinanza (poi, via via ne ha fatte altre 2, ma ne riparleremo...) dichiarando la chiusura al transito di ben 6 strade "di campagna" (precisamente, le Vie: Colli, Montirone, S.M. delle Stelle, Panocchia, Castellaro, "Forchiusa") e chiudendone, senza ordinanza, una 7° (Via Giovanni XXIII), dichiarando - dicono i giornali - danni per oltre 100.000 euro!
In realtà, però, gran parte delle strade citate risultavano normalmente percorribili, pur con qualche precauzione, tanto che veramente (ancorchè parzialmente) transennate e chiuse al traffico furono solo Via Castellaro e Via Giovanni XXIII (lato Serra S. Quirico, verso Forchiusa, appunto, e un breve tratto che si allaccia alla S.P. n. 9, scendendo verso Angeli).
Perchè questo comportamento e questo provvedimento così drastico da parte del sindaco? E perchè, se la situazione era davvero quella descritta nella sua ordinanza, non ci è sembrato che sia stata data alla stessa una puntuale e pedissequa attuazione? Forse la realtà non era poi così drammatica da richiedere provvedimenti tanto severi e ferrei? E in tal caso, perchè non riaprire al più presto al transito almeno alcune delle Vie dichiarate "chiuse e transennate", riducendo al minimo il disagio per i Cittadini?
Questo il succo della interpellanza che Martina Corinaldesi ha rivolto al sindaco, registrata al protocollo n. 773 del 12 marzo 2011.
Anche in questo caso, come in quello di cui si parla qui di seguito, a distanza di oltre 2 mesi, si deve registrare il silenzio più impenetrabile dell'Amministrazione comunale: un fatto inconcepibile, un comportamento irrispettoso delle regole e delle persone che ha già meritato una prima forma di censura (la lettera inviata per conoscenza anche al Prefetto, di cui abbiamo già detto); un fatto che, se perdurerà ancora, credo che renderà necessaria la valutazione di iniziative ben diverse da una semplice nota come questa su un blog!
La nostra Regione ha pagato il conto "salato" di tanti anni di cementificazione, di uso dissennato e di scarsa manutenzione del territorio.
Il conto è stato così salato che Spacca ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di calamità e i soldi del Fondo di solidarietà nazionale. Il Governo, come è noto, ha risposto picche: prima la Regione deve applicare tutte le tasse possibili e poi, ma solo poi, potrà avere accesso al Fondo nazionale. E' nata così la protesta, sacrosanta, contro la cosiddetta "Tassa sulle Disgrazie".
Fin qui, si fa per dire, è tutto OK.
E a Mergo, cosa è successo?
E' successo che il sindaco ha fatto subito (il 3 marzo) una prima ordinanza (poi, via via ne ha fatte altre 2, ma ne riparleremo...) dichiarando la chiusura al transito di ben 6 strade "di campagna" (precisamente, le Vie: Colli, Montirone, S.M. delle Stelle, Panocchia, Castellaro, "Forchiusa") e chiudendone, senza ordinanza, una 7° (Via Giovanni XXIII), dichiarando - dicono i giornali - danni per oltre 100.000 euro!
In realtà, però, gran parte delle strade citate risultavano normalmente percorribili, pur con qualche precauzione, tanto che veramente (ancorchè parzialmente) transennate e chiuse al traffico furono solo Via Castellaro e Via Giovanni XXIII (lato Serra S. Quirico, verso Forchiusa, appunto, e un breve tratto che si allaccia alla S.P. n. 9, scendendo verso Angeli).
Perchè questo comportamento e questo provvedimento così drastico da parte del sindaco? E perchè, se la situazione era davvero quella descritta nella sua ordinanza, non ci è sembrato che sia stata data alla stessa una puntuale e pedissequa attuazione? Forse la realtà non era poi così drammatica da richiedere provvedimenti tanto severi e ferrei? E in tal caso, perchè non riaprire al più presto al transito almeno alcune delle Vie dichiarate "chiuse e transennate", riducendo al minimo il disagio per i Cittadini?
Questo il succo della interpellanza che Martina Corinaldesi ha rivolto al sindaco, registrata al protocollo n. 773 del 12 marzo 2011.
Anche in questo caso, come in quello di cui si parla qui di seguito, a distanza di oltre 2 mesi, si deve registrare il silenzio più impenetrabile dell'Amministrazione comunale: un fatto inconcepibile, un comportamento irrispettoso delle regole e delle persone che ha già meritato una prima forma di censura (la lettera inviata per conoscenza anche al Prefetto, di cui abbiamo già detto); un fatto che, se perdurerà ancora, credo che renderà necessaria la valutazione di iniziative ben diverse da una semplice nota come questa su un blog!
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