Un elettore vota sotto lo sguardo vigile del V.presidente del seggio, Aldo Cesaroni |
40 (Renzi) a 38 (Bersani) è il verdetto conclusivo delle Primarie del
Centrosinistra a Mergo.
Nella domenica del ballottaggio (2 dicembre), partecipano
gran parte degli elettori del primo turno: 78 su 84 (92,8%) .
Matteo Renzi, sindaco di Firenze, alias “il rottamatore”,
che al primo turno aveva totalizzato 40 voti (47,6%), al ballottaggio li
conferma tutti 40 e consegue così un brillante 51,3%.
Il segretario del PD, Pierluigi Bersani, che aveva concluso
il primo turno con 30 consensi (35,7%), nel ballottaggio rimonta attirando
buona parte dei voti che al 1° turno erano andati al leader di SEL, Nichi
Vendola, e chiude la partita mergana con 38 voti salendo al 48,7%.
Anche al ballottaggio, come al 1° turno, tutti con le idee
chiare: nessuna scheda è risultata né bianca, né nulla. Anche in questo caso,
tutto è andato liscio e tranquillo, non si sono presentati “casi” di elettori
“indisposti” o registratisi in ritardo rispetto alla data limite del 25
novembre.
Ora, il Centrosinistra si predispone al confronto vero,
quello che lo opporrà ad un Centrodestra che, anche in questi giorni di
post-primarie, appare in preda a lotte intestine, con un leader (mister B. alias il Caimano)
sempre più padre-padrone che non vuole mollare la presa su un partito
disorientato e in crisi di sfaldamento: ma non è certo il caso di abbassare la
guardia né di abbandonarsi a facili ottimismi. Sarà dura.
A livello mergano, bisognerà vedere come l’ala “renziana” del
PD mergano (guidata dal capogruppo in Consiglio comunale, Flavio Vai) intende
mettere a frutto questa ritrovata “egemonia”.
Insomma, si tratterà di vedere se
i “renziani” giocheranno la loro forza in una strategia di miglioramento della
“capacità di coalizione”, sia per rafforzare l’unità interna e l’intesa fattiva
con l’altra metà del partito (i “bersaniani”), che per consolidare ed estendere
la collaborazione con donne e uomini non del PD con cui hanno lavorato gomito a
gomito in queste settimane.
L’alternativa sarebbe un pernicioso ritorno ad una
sorta di “spirito di autosufficienza” ed alla tendenza a ripetere
esperienze dell’ “andar da soli”, rivelatesi nefaste anche nel recente passato
e sostanzialmente in contraddizione con l’esperienza stessa delle “primarie”, da tutti giudicate un “vov”
per il Centrosinistra, per il PD stesso e, in generale, per la politica “buona” e
dunque per il Paese.
Ma, come si dice, non ci sia lungo l’aspettare…
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