Prima di tornare a scrivere delle "cose mergane" sentiamo di dover fare un cenno alle tragiche notizie che da 2
giorni ci giungono da Parigi e dalla Francia, che hanno lasciato sgomenti e
impietriti molti di noi, ricordandoci del rapporto di Gemellaggio che Mergo ha con la Città di Chevaignè, in Bretagna, nel profondo Nord francese.
La strage perpetrata a sangue freddo nella redazione
del periodico satirico ‘Charlie Hebdo’ con l’assassinio di giornalisti,
poliziotti, lavoratori ed ospiti del giornale, ci spinge ad unirci al moto di incredulità
e sdegno. E’ – senza mezzi termini - un gesto di autentica barbarie che non può
essere giustificato da nessun sentimento, tanto meno di tipo religioso.
Sull’onda dell’emotività e dello
sdegno è fin troppo facile cadere nella trappola di chi vorrebbe imporre
l’equazione Islam=terrorismo e, su questa base, approdare sulle sponde tragiche
del razzismo, della xenofobia e delle “guerre di religione”.
Così come, si può essere
d’accordo o meno, si è potuto apprezzare o meno, ci si è divertiti o si è
rimasti turbati o scandalizzati dalla satira di ‘Charlie Hebdo’ spesso e
volutamente spinta “oltre ogni limite” (in Italia abbiamo avuto e abbiamo cose
simili: da “Il Male” al “Vernacoliere”), ma nulla giustifica che si possa mettere
loro un bavaglio o chiudere loro la bocca in questo modo orribile.
Ha detto bene il Dr. Dachan,
medico molto stimato ed esponente eminente dell’Unione delle Comunità Islamiche
in Italia: “ci hanno offeso, ma condanniamo gli assassini”.
Certo, nel
manifestare il proprio pensiero, anche satirico, bisognerebbe stare attenti a
non offendere nessuno, memori del detto: "scherza coi fanti...", ma non per questo è ammissibile l’assassinio.
La libertà
e la democrazia possono avere i loro limiti e difetti, ma ancora
non si è inventato niente di meglio!
In questi giorni molti hanno
voluto dichiarare la condivisione del comune destino con quello dei giornalisti
del ‘Charlie Hebdo’ (e delle altre vittime) e la ripulsa dell’odio, innalzando
cartelli con la scritta “Je suis Charlie”, parafrasando le parole pronunciate
da John F. Kennedy nella Berlino divisa dal Muro.
Anche noi, dunque, con le stesse
intenzioni possiamo dire che “Siamo tutti Francesi”.
E lo diciamo rivolgendo un
pensiero di rafforzata amicizia e di solidarietà con quel Popolo “cugino” e con
i Cittadini e gli Amministratori di Chevaignè, gemellata con Mergo.
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