L’Amministrazione comunale ha – da un po’ di tempo in qua - un dubbio amletico: “verso valle o verso monte”?
E’ un dubbio, che non sa sciogliere.
Scegliere sembra sempre più difficile e il dilemma divide Giunta e maggioranza.
Forse è per questo che, tra
Natale e Capodanno (il 28/12/2014), il sindaco ha (ri)preso carta e penna e (ri)inviato ai mergani una
nuova lettera, la seconda, stavolta senza titolo, che si presta a qualche considerazione.
Nella sua nuova riflessione
post-natalizia, il sindaco comincia col ‘volare alto’. Accenna alla “crisi infinita che toglie serenità e
speranza nel futuro”, causata da “episodi
di corruzioni, ruberie e prevaricazioni”, per lamentare che, a fronte di
ciò, "l’ Amministrazione del nostro
piccolo Comune" non può farci nulla in quanto “soffocata da una burocrazia ottusa e invasiva, fatta da mille Enti e
infinite norme che ritardando e ostacolando le decisioni, determinano sperpero
di risorse e ingessano l’Italia intera che continua a rigirarsi nella crisi”.
‘Chiacchiere da bar’? Può
sembrare. Manca solo il “piove, governo
ladro” e saremmo apposto!
Ma che c’azzecca? Nulla, è ovvio.
Infatti, i motivi veri della lettera mi paiono altri.
Esattamente due.
In primis, il sindaco si rivolge ai genitori che hanno espresso “qualche malumore” per la “esternalizzazione del servizio mensa della
scuola materna”, rassicurandoli perché – dice - quella misura si è rivelata
“sostanzialmente appropriata” e,
soprattutto, ha “consentito di quadrare i
bilanci” del Comune.
Penso che i genitori che mandano
i bambini alla Materna, si saranno riempiti di orgoglio per questo riconoscimento e per il personale contributo
dato, anche se non spontaneamente, alla salvezza del Bilancio comunale… Tuttavia, per dirla con il Grande Giacomo di
Recanati, “un dubbio mi preme acerbo e
sconsolato…”
Ma la più gran parte delle
argomentazioni riguardano la scelta dell’ambito territoriale che, entro
novembre, il Comune doveva fare per la “gestione
obbligatoria, in forma associata, delle funzioni fondamentali” dei Comuni.
Insomma, come dice lo stesso sindaco,
si trattava di decidere se andare “verso
valle” (ossia con i Comuni della Vallesina) o “verso monte” (ossia con i Comuni dell’Unione montana: Fabriano,
Sassoferrato, Cerreto d’Esi e Serra S. Quirico).
Sono note agli addetti ai lavori le
profonde divisioni interne che travagliano, su questo punto, Giunta e
maggioranza, divise tra seguaci del sindaco e seguaci – si dice - dell’ex
sindaco (i “Peppe-boys”).
Tanto che,
per superare l’impasse, ci fu la “bella pensata” del Sondaggio, a
metà del novembre scorso.
Quell’iniziativa, raffazzonata in
fretta e furia e senza alcuna preparazione preventiva, si rivelò un piccolo
fallimento. Tuttavia, su circa 800 potenziali elettori, in 175 (21,8%) si
recarono ai seggi. Il verdetto fu chiaro e netto: 150 (85,7%) si dissero a
favore di andare “verso valle” e solo 24 (13,7%) optarono per andare “verso
monte”.
L’Amministrazione – dice il
sindaco - “ha immediatamente tenuto conto”
di tale esito tanto che “l’approvazione
dello statuto dell’Unione montana non è stata inserita tra i punti in
discussione all’ultimo Consiglio comunale”.
Le cose, purtroppo, stanno un po’
diversamente perché, a quanto se ne sa, nessuno ha chiesto a Mergo di aderire all’Unione
montana e nessuno gli ha chiesto di approvarne lo Statuto! Dunque, non aver sottoposto
al Consiglio comunale l’approvazione dello statuto dell’Unione montana non è
stata certo una “scelta” ma solo una necessità. E non è certo così che si
rispetta la volontà di quel 85,7% di cittadini partecipanti al Sondaggio! I
quali, piaccia o no, hanno chiesto un’altra cosa. Hanno chiesto di “guardare verso valle” ossia verso
l’Unione dei Comuni della Media Vallesina.
Perché cambiare le carte in tavola?
Se il sindaco e l’Amministrazione
comunale volevano davvero “tenere conto”
dell’opinione di quel 85,7% dei Cittadini, avrebbero dovuto dire che cosa hanno
fatto – in concreto, non a chiacchiere - per “andare verso valle”, cioe verso i
Comuni della Vallesina. E siccome in tal senso non ci sono notizie, temo, che sia
stato fatto nulla o poco e con scarsa convinzione.
Insomma, il nostro Comune rischia di fare come l’Asino di Buridano che, indeciso nello
scegliere il mucchio di fieno a cui mangiare, morì di fame.
In realtà, però, sarebbe
ingeneroso non riconoscere che, con le ulteriori convenzioni stipulate con il
Comune di Serra S. Quirico (ormai parte dell’Unione Montana) l’Amministrazione Cola
una scelta, per quanto le sia oggi possibile, la sta facendo. Peccato però che è
in senso diametralmente opposto a quello indicato a stragrande maggioranza dai
Cittadini!
Il chè, a mio avviso, sarebbe anche
del tutto lecito, ma a patto di dichiararla in modo chiaro, assumendosene le
relative responsabilità. A patto, cioè, di andarla spiegare ai Cittadini e
innanzitutto a quei 175 mergani che si sono scomodati in un fine settimana di
novembre per partecipare al Sondaggio.
Perché non lo si fa?
PS: Tra poco più di 1 ora è
annunciata una iniziativa pubblica di Simone Cola, parente stretto del sindaco,
che, dal profilo facebook del Comitato Gemellaggi del Comune (che c’azzecca,
Simò…?) chiama alla costituzione di un Comitato per l’Adesione di Mergo
all’Unione Montana.
Forse ne sapremo di più.
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