Dal Corriere Adriatico del 24.12.2014 |
Bisogna dire che Simone
Cola ce l’ha messa tutta, nell’assemblea di martedì scorso (22 gennaio - v. il
post precedente), per spiegare le ragioni per cui Mergo, per la gestione
associata dei servizi e delle funzioni comunali, dovrebbe guardare “verso monte”,
ossia verso quella Unione Montana nata, a fine anno, tra i Comuni di Fabriano,
Sassoferrato, Cerreto d’Esi e Serra S. Quirico.
E va detto che, in quest’opera di
convincimento, ha trovato supporters di rango, a cominciare da quell’Alberto
Cinti che sembra non aver mai smesso i panni di assessore comunale.
Tuttavia, debbo dire che non mi
hanno convinto né l’uno né l’altro.
Ma andiamo con ordine.
Poca la partecipazione, come la
puntualità. Convocato per le 21.30, si è iniziato quasi alle 22.00 per avere una
presenza decente, formata perlopiù “da addetti ai lavori”: 1 assessore e 5
consiglieri comunali in carica, 2 ex-assessori, 2 ex-consiglieri comunali, 1 ex-segretario
di partito politico (il PD), 4-5 cittadini “semplici”, tra cui 3 giovani (nota positiva…):
insomma, l’invito è stato sostanzialmente snobbato dalla cittadinanza e ciò è
un male. Partecipare, bisogna. Lamentarsi, dopo, non si può!
Simone Cola ha voluto rimarcare
il carattere privato e personale (“qui
non c’entra la politica”, dice) di una iniziativa che, per quanto utile ed
opportuna è stata anche di supplenza verso l’Amministrazione comunale. Ho
l’impressione che al carattere non-politico dell’incontro ci abbiano creduto in
pochi perché non può essere “non
politico” ciò che si occupa della ‘polis’,
ossia del Paese.
Simone ha perorato la causa con motivazioni
storiche (“Mergo è nella Comunità montana
fin dalla sua nascita, 42 anni fa”), di convenienza economica (“dobbiamo rimanere legati ai territori
montani, per godere dei vantaggi fiscali e delle risorse che lo Stato destina loro”)
e di sviluppo (“lì ci sono le Grotte di
Frasassi, capitale turistica”) e con un argomento definito “decisivo”
secondo cui “l’ambito associativo deve
essere di almeno 20 mila abitanti e solo Fabriano può farlo. I Comuni della
Vallesina non ci arrivano”.
E come fare con l’esito del
“sondaggio” (voluto dalla Amministrazione comunale) che ha visto la stragrande
maggioranza dei cittadini (150 contro 24) chiedere di “andare verso la
Vallesina”?
“In democrazia e in politica contano i numeri. Raccogliamo almeno 200
firme a favore dell’Unione Montana e si riapre la partita. Ecco qua i moduli”
dice Simone sventolando alcuni foglietti già pronti per l’occasione.
Insomma, l’ex-vicesindaco, Simone
Cola, corre in aiuto al sindaco, Antonio Cola, che dovrebbe andare “verso
valle”, ma vorrebbe andare “verso monte”, e dunque traccheggia, in attesa che…
“arrivino i nostri”, ossia Simone e le sue 200 firme! Io l’ho capita così. E ovviamente
(rapporti di parentela a parte) la politica non c’entra… Ah, quanto sarebbe
bello crederci!
In verità, sembra a me che nulla ci
spinga inesorabilmente “verso monte” e che, in definitiva, la scelta sia
squisitamente politica.
Non ci spinge “a monte” la storia
(che è stata bella, per Mergo, finchè sono durati i finanziamenti statali e
regionali per le Comunità montane. Che oggi non ci sono più).
Né c’è da temere la perdita delle
agevolazioni fiscali, ecc. che restano, finché Mergo mantiene la classificazione
di Comune “parzialmente montano” (come dimostra la recente vicenda dell’IMU
agricola).
Conta poco anche l’essere vicini
alle Grotte di Frasassi, i cui benefici “turistici”, per Mergo, non dipendono
certo dallo stare dentro o fuori una Unione Montana (che, peraltro, non
comprende Genga)!
Quanto al tetto dei 20mila
abitanti, ritenuto “decisivo” è argomento che, semmai, riguarda le Unioni “montane”
e non le altre Unioni di Comuni (la Vallesina, comunque, è ben sopra i 30 mila
abitanti).
La discussione che c’è stata ha
lasciato ognuno nelle sue convinzioni.
Sarebbe stato interessante
conoscere l’opinione dell’Amministrazione comunale. Ma mentre il sindaco era
impegnato in una cena a Serra S. Quirico (così è stato detto), l’unico
assessore presente (Giuseppe Corinaldesi) si è chiuso nel silenzio: “sono qui solo per ascoltare. Non si può?”
Certo che si può. Ma andare ad
una assemblea solo per origliare non sembra proprio il massimo per un Pubblico
Amministratore. I cittadini meriterebbero più attenzione. Anche perché l’isolamento attorno a Mergo aumenta in modo preoccupante.
Se nell’Area Montana siamo stati
estromessi ed emarginati e rientrare dalla finestra, dopo esserne stati fatti
uscire dalla porta, appare come una ‘operazione impossibile’ (tipo “cammello e
cruna dell’ago”), in Vallesina le cose si stanno muovendo, eccome.
E’ notizia di fine anno la
decisione di Maiolati di rompere gli indugi e progettare l’ingresso a pieno
regime, entro il 2015, nell’Unione della Media Vallesina (v. foto).
Monteroberto guarda a
Castelbellino in un’ottica sempre più vicina ad una “fusione”.
E i Comuni più direttamente
confinanti con Mergo?
Serra S. Quirico, come s’è detto,
è entrato nell’Unione montana.
Rosora guarda con intensità a
Castelplanio.
Cupramontana volge il suo
interesse a Staffolo.
Nessuno guarda a Mergo. Né Mergo
sembra guardare con interesse la Vallesina!
Che fare? Come uscire da questo
‘cul de sac’ in cui Mergo è stata cacciata? Se qualcuno nel Palazzo di Piazza
Leopardi ha un’idea, per favore, la faccia sapere!
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