Il 14 maggio scorso è stata pubblicata all’albo pretorio on
line del Comune la “graduatoria provvisoria dei richiedenti l’assegnazione di
alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) sovvenzionata” – le cosiddette
‘case popolari’. Eccola:
- Mohsen Rezgui, n. in Tunisia il 14 maggio 1973, res. in Via Castellaro,10: punti 9,5;
- Monica Sirianni, n. a Lametia Terme il 18 maggio 1986, res. in Via Roma, 15: punti 6;
- Alessandro Barbaresi, n. Jesi il 2 giugno 1982, res. in Piazza S. Lorenzo, 7: punti 6;
- Bruna Siervo, n. Napoli il 2 agosto 1973, res. Via Pertini: punti 3,5.
Una 5° domanda (del sig. Giovanni Bellonci, classe '72, residente ad Arcevia ma occupato presso l’Elica di Mergo)
è stata esclusa per mancanza di requisiti.
La graduatoria fa seguito al Bando pubblicato dal 4 ottobre
al 4 dicembre 2012.
Fin qui la notizia. Ora alcune personalissime (come sempre…)
considerazioni.
I bandi di questo tipo hanno, tra gli altri, lo scopo di far
emergere e censire la domanda di ‘case popolari’ (cioè alloggi di proprietà
pubblica) da parte di cittadini che hanno difficoltà sia ad acquistarne sul
mercato privato (ieri per i prezzi troppo elevati, oggi per le difficoltà ad
ottenere mutui dalle banche), sia ad affittarlo, per via di canoni di locazione
in genere troppo alti per i loro redditi.
Stimolare l’effettivo bisogno di case di proprietà pubblica
è la premessa per stimolare e convogliare gli investimenti pubblici del settore,
nei Comuni dove più intensa (e talvolta, drammatica) è la loro domanda.
Un esperienza diretta: Dico questo per averlo sperimentato nella seconda
metà degli anni ’70, a Fabriano. Come co-fondatore e dirigente del SUNIA
(l’allora unico Sindacato degli Inquilini e Assegnatari), grazie alla collaborazione
di Cgil-Cisl-Uil e di alcune Organizzazioni sindacali di fabbrica (Cartiere,
Merloni, ecc.), oltre a una intensa attività di propaganda fatta in proprio, riuscimmo a far
esprimere quasi 500 domande, in un Comune che allora contava poco meno di
30mila abitanti.
Sotto questa spinta, i 50 appartamenti che l’IACP (Istituto
Autonomo Case Popolari) aveva cominciato a costruire diventarono 58, grazie ad una
variante in corso d’opera, (sono quelli di Via Aldo Moro) e ad
essi se ne aggiunsero subito altri 50 (sono quelli di Via Engles
Profili), per un totale di ben 108, grazie ad un finanziamento aggiuntivo “strappato” all’IACP proprio
a seguito della consistente ‘domanda’ di alloggi fatta emergere dal SUNIA.
Da questo punto di vista, allora, le 4 domande di Mergo, su
una popolazione di circa 400 nuclei familiari, credo che non rendano un quadro
veritiero del bisogno esistente.
Anche in questo caso avanzo alcune considerazioni.
Poca pubblicità: Innanzitutto, ma questa è una semplice constatazione, la
pubblicità del bando mi è parsa pochina, quella strettamente necessaria da un punto di vista istituzionale:
annuncio sul sito on line, albo pretorio, qualche volantino… insomma non si può
dire davvero che l’Amministrazione si sia sbracciata in incontri, assemblee,
spiegazione del bando, ecc. ecc. …!!! Né altri lo ha fatto.
Troppi prergiudizi: Poi c’è la diffusa credenza che “fare domanda non serve a niente, tanto le danno sempre a chi pare a
loro…”!!! E’ una credenza del tutto sbagliata, anche se sostenuta e
giustificata da pratiche deteriori e clientelari, ovviamente avvenute altrove,
non a Mergo!
Pochi alloggi: Infine, ma non da ultimo, per importanza, c’è la
consapevolezza della scarsissima disponibilità di alloggi (pare che ce ne sia
1; c’è chi dice che forse saranno 2…).
Come si è visto prima, non è la quantità di alloggi disponibili che deve stimolare l'espressione della domanda. E' il contrario. Bisogna far emergere il più possibile la domanda, il bisogno, di case popolari, per stimolare poi una risposta adeguata da parte dello Stato (ossia, il Comune, che deve mettere a disposizione le aree, che nel PRG di Mergo non ci sono...; la Regione, tramite l'ERAP- exIACP, che deve mettere a disposizione i soldi).
Tuttavia, va rilevato che di alloggi potenzialmente assegnabili, sulla base di un
regolare bando pubblico, ce ne sarebbero stati molti di più se, inopinatamente,
nell’ottobre del 2010 (delibera del Consiglio comunale n. 44) questa
Amministrazione non avesse operato una sorta di “chi ha dato, ha dato; chi ha avuto, ha avuto”, trasformando in
stabili e definitive quelle assegnazioni che negli anni precedenti e fino ad
allora erano state fatte “a titolo provvisorio e in attesa del bando”, dai
Sindaci precedenti e da quello attuale, mediante Ordinanze emesse,
ufficialmente, per affrontare stati di bisogno e di emergenza abitativa.
In poche parole, il Bando del 2012 (il primo da molti
anni…), emanato dopo la “sanatoria” dell’ottobre 2010, è stato come “chiudere la stalla quando i buoi sono già
usciti”, quando cioè non c’erano più (o quasi) alloggi disponibili.
Allora, si comprende meglio perchè in pochi
abbiano fatto una domanda che, a quel punto, poteva apparire come "una inutile
perdita di tempo"!
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