Rettifico il post n. 407 ("fusione si, fusione no, ecc.").
L'assemblea già prevista dagli Organizzatori per stasera, è rinviata. Pare, forse, a giovedì 20, stesso orario, stesso luogo.
Motivo ufficiale: difficoltà organizzative, poco tempo a disposizione, ecc. ecc.
Speriamo non ci sia altro... Comunque, cresce l'attesa...
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1 commento:
C’è stata un pò di stanca in questo blog, ma si è ripreso piuttosto bene direi, gli ultimi tre post (due argomenti) hanno un certo fascino. Come sempre mi “immischio”, mi scuso in anticipo.
Primo tema: case popolari (408). Giustissime le tue considerazioni teoriche. Non conosco la “sanatoria” ed i termini precisi della questione, ma non si deve filosofeggiare: a volte quando i buoi sono scappati non si può fare altro che chiudere la stalla. Bisogna chiedersi invece chi abbia aperto il recinto e tu sorvoli un po’ troppo. La storia pungola, ma non per vezzo culturale, piuttosto perché alimenta i problemi degli uomini nel tempo. Vengo al dunque: la storia case popolari a Mergo non è questione di “amministrazioni precedenti”, come tu genericamente affermi, ma soprattutto di una precisissima amministrazione che ha impostato davvero male l’affare e che ha aperto il recinto, per così dire. Tre assunti, tre principi, hanno ispirato questa azione politica di diversi anni fa: 1- i bandi sono pericolosi perché possono essere appannaggio di extra comunitari (Centro sinistra insieme ai cattolici? Complimenti); 2- i bandi, pubblici e basati su criteri oggettivi, non consentono di fare qualche pressione o promessa ai cittadini, quindi procediamo con ordinanze (intendiamoci!); 3- intanto facciamo così, poi i cavoli sarà di chi viene dopo. Tutto ciò che un amministratore di buon senso, onesto e aperto non dovrebbe fare.
Secondo tema: fusion! (407 e 409). Che sia sul tavolo il tema mi sembra giusto, teoricamente vi sono molte considerazioni a favore di dimensioni più ampie delle amministrazioni locali (economie di scala, possibilità di selezionare politici migliori, possibilità teorica peraltro, un bilancio adeguato a fare scelte “politiche”…). Inoltre, se la crisi perdurerà non è detto che fra un paio di anni non si arrivi a riordini istituzionali imposti dall’alto. Affrontare però il tema con questo tipo di mozione appare un po’ ingenuo e rischia di vanificare un dibattito, non di aprirlo. Anche in questo caso vado per punti: 1- Oltre ai benefici vi sono dei costi, come giustamente dice Flavio, e il bilancio dei pro e contro deve essere fatto con dati alla mano. Il paragone con Jesi non regge, nel caso di fusion! di Mergo & C. si tratterebbe pur sempre di un comune collinare e rurale, non certo di un nodo urbano, sia pure di dimensioni minori (es. vi sarebbero problemi di mobilità verso i servizi centrali per una popolazione che invecchia sempre più, es. la pinacoteca non l’avrebbe comunque!); 2- le mozioni sono una cosa seria e “impegnare il sindaco ad avviare la fusione” mi sembra un po’ irrealistico: non si capisce se siano stati avviati contatti con le spose Castelplanio, Rosora… ma sembrerebbe di no e allora perché non essere un po’ più umili e “impegnare il sindaco ad avviare la discussione con”? Del resto i matrimoni si fanno in due; 3- l’assemblea pubblica è ancora più dannosa in questo caso. Il comune di Mergo non ha le idee precise su questo punto, da quello che si capisce dal dibattito, e non è chiaro se pretenda che siano i cittadini di Mergo a chiarirle, il che sarebbe troppo, o se voglia capire solo che aria tira, il che sarebbe inutile in questa fase.
Volendo essere provocatori si sarebbe potuto scegliere un’altra strada, per esempio una presa di posizione del Sindaco in tutte le sedi opportune (CIS, Conferenze di servizio …) e/o sui giornali; volendo essere prudenti, forse sarebbe stato meglio un dibattito-confronto aperto con gli altri comuni e il Presidente della Regione e/o un lavoro silenzioso e certosino con gli altri sindaci. Speriamo che questi ultimi siano stati almeno invitati all’assemblea di Mergo!
Marco Pompili
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