domenica 25 luglio 2010

LETTERA AL DIRETTORE de "IL CORRIERE ADRIATICO" (mandata oggi, dopo aver letto dei 7 ettari di bosco bruciati a Castelletta)

Caro Direttore,

il sacrificio di altri sette ettari di bosco e sottobosco, andati a fuoco ieri a Castelletta, è difficilmente accettabile e dovrebbe porre la necessità di qualche riflessione ulteriore sul modo in cui funziona l’intero apparato.
Ieri mattina ero a Castelletta perché volevo salutare, presso la Casa del Parco, i ragazzini del Comune di Mergo impegnati, nella frazione fabrianese di S. Giovanni, in un progetto educativo, di campeggio estivo, chiamato, guarda un po’: “giovani nell’emergenza”.

Alle 11.00 circa i ragazzi partono con uno scuolabus comunale, dalla Casa del Parco, verso la radura antistante il campo sportivo, per poi fare una salita sul Monte della Croce.

Alle 11.20 circa ero fermo lì, davanti alla Casa del Parco, a parlare con un amico, quando un signore a bordo di un’ auto che sta uscendo dal Paese, ci avvisa che, lassù in cima, sulla collinetta che sovrasta Castelletta, ha visto un pennacchio di fumo.

Alle 11,23 telefono al 115. Risponde la sede di Ancona: dichiaro le mie generalità e li informo. Mi dicono di essere già al corrente della cosa e che stanno arrivando i Vigili del Fuoco da Fabriano e Apiro.

Alle 11.34 chiamo il 1515, anche la Forestale è informata. Salgo sul posto e noto due persone, in abiti civili, impegnati a spegnere in modo rudimentale sbattendo ramaglie sul terreno già bruciato.

Ma il fuoco sta ormai scollinando e si dirige sul versante che dà sull’abitato di Castelletta.

Alle 11.39 chiamo ancora il 115 e stavolta mi risponde la centrale di Macerata che mi dà il numero diretto dei VV.FF. di Ancona (071.28080203) che chiamo subito, comunicando che il fronte del fuoco ha raggiunto un centinaio di metri, che si sta allargando ed interessa ormai due tralicci dell’alta tensione. Dico loro che, a mio avviso, solo un intervento dall’alto può risolvere la situazione.

Poco dopo le 12.00 vedo arrivare una autobotte dei VV.FF. e una camionetta del CFS. Quando ormai il fumo comincia a invadere Castelletta lascio la frazione e ritorno a casa, tranquillo che, ormai, la faccenda è nella mani degli addetti e, mi dico, sarà questione di poco.

Mi fermo a S. Giovanni e noto il fumo che aumenta di intensità.

Alle 12.17, chiamo il sindaco di Mergo (che mi dice essere in Comune) per esortarlo a valutare, vista la situazione, il rientro dei ragazzini nella sede del campeggio, a S. Giovanni, anziché fermarsi a consumare il pasto presso la Casa del Parco, a Castelletta (da notare che la Protezione Civile di Mergo dispone di un modernissimo fuoristrada attrezzato per lo spegnimento di incendi boschivi, che da ieri pomeriggio fa bella mostra di sé in sosta – o meglio, in esposizione - davanti al Palazzo Comunale, ma non so se sia intervenuto ieri a tutela dei ragazzini del Paese, a Castelletta, che da Mergo si raggiunge in 20 minuti…).

Lungo la strada, mi fermo alle sorgenti di Gorgovivo.

Alle 12.50 vedo su Castelletta un elicottero che fa 2 o 3 volteggi. Mi rinfranco un po’ ma lo sconcerto riprende quando noto che il velivolo non ha sotto di sé il classico contenitore dell’acqua per lo spegnimento. E’ solo una ricognizione: e son passate quasi 2 ore dal primo allarme!

Ma come: abbiamo 2 Corpi nazionali come VV.FF. e CFS; poi abbiamo la Protezione Civile di Bertolaso-Oreficini (che ha una base operativa e forse attrezzature proprio a Gorgovivo, 10 Km sotto Castelletta); i Gruppi comunali della P.C., alcuni anche ben attrezzati, come è il caso di Mergo; il sistema di avvistamento e spegnimento della Comunità montana e del Parco che, una volta almeno, coordinava tutti i 10 Comuni montani e prevedeva anche un mezzo antincendio in continuo movimento sul territorio, proprio per garantire la tempestività.Abbiamo altri volontari esperti e di sicuro valore, come è il caso della Associazione Apiròs di Apiro.

Abbiamo anche il senso civico di numerosi cittadini (come i due che stavano spegnendo l’incendio pur con mezzi rudimentali, già poco dopo le 11.00 e quelli, che ad un primo cenno di fumo, telefonano al 115 o al 1515).

Ma oggi dobbiamo leggere, su questo quotidiano, le notizie di un nuovo disastro ambientale, con i mezzi aerei che intervengono quando già il fuoco ha divorato 7 ettari di bosco!

Al di là del sempre lodevole sacrificio degli operatori impegnati sul campo, c'è qualcosa che non ha funzionato a dovere? Forse è il caso che a Castelletta, e nella zona montana circostante, Poggio S. Romualdo ecc., si pensi ad una base di intervento stabile nei 2 mesi estivi?

Riccardo Maderloni (già presidente della Comunità montana anni 1996-1999)

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