venerdì 26 aprile 2013

(399) - 25 APRILE A MERGO: "MEMORABILE" DISCORSO DEL SINDACO (per fortuna che Don Giovanni c’è)!


25 Aprile a Mergo, pochi partecipanti, molti dei quali provenienti da Serra



Ieri, la ricorrenza del 25 Aprile, Festa della Liberazione, è stata celebrata anche a Mergo.
La data ricorda i fondamentali della Repubblica e, innanzitutto, il sacrificio di donne e uomini che si opposero al fascismo e al nazismo affrontando privazioni, violenze, discriminazioni, vessazioni di ogni tipo e, da ultimo, nel biennio scarso che va dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, periodo della lotta armata e della Resistenza, fu disposto a dare persino la propria vita, affrontando la morte in battaglia o davanti ad un plotone di esecuzione, spesso preceduta da indicibili torture.

Il 25 Aprile è anche Festa di Pace, della pace ritrovata dopo la crudelissima 2° Guerra mondiale scatenata nel 1939 dalla Germania hitleriana con l’attacco prima alla Polonia e poi, via via, a tutti gli altri Paesi europei. Dal giugno 1940, anche con l’appoggio dell’Italia mussoliniana.
Il 25 Aprile è anche Festa di Democrazia e delle Libertà civili.

Da alcuni anni a Mergo la ricorrenza viene organizzata insieme ai vicini Comuni di Serra S. Quirico e Rosora. Il programma prevede, dunque, anche una sosta davanti al monumento ai Caduti, in Via C. Battisti, dove, solitamente, dopo breve tragitto dal Municipio, viene depositata una corona di fiori e svolto un breve cenno di saluto e ricordo.

Quest’anno la manifestazione mi è parsa quantomai sconsolante: Pochissimi i mergani partecipanti, potevano contarsi sulle dita di una mano o poco più. Pochissimi i rappresentanti Istituzionali: accanto al sindaco non si è vista l’ombra di un assessore della Giunta Comunale. E neppure un consigliere comunale, né di maggioranza né di minoranza, eccezion fatta per il capogruppo PD, Flavio Vai.
Nessun rappresentante di forze politiche, eccezion fatta per una rappresentante di SEL.

L’orazione ufficiale è stata affidata - per la prima volta, se non ricordo male - al Parroco, Don Giovanni, che in pochi minuti ha ricordato il sacrificio dei caduti e il prezzo pagato per la libertà, invitando a riflettere se oggi facciamo un buon uso della stessa. Poi – in perfetto “stile giorgionapoletano” – ha invitato alla concordia ed alla coesione, al di là delle legittime appartenenza e differenza di sensibilità politica.

E’ stato a questo punto che, ancorché non previsto in programma, il Sindaco di Mergo ha preso la parola per un discorso che – se mi capite - definire “memorabile” e da tramandare ai posteri è certamente poco. Eccolo, nella sua versione integrale:  
Come i altri anni, adesso andamo a Rosora e poi a Serra S. Quirico”. Punto. Poi, con un cenno tipo “tacca banda”, si è rivolto ai 3 musicanti che prontamente hanno squillato le note dell’Inno.

Dico la verità, in occasione della inaugurazione della “Loc-No-Loc” (la locanda senza locandiere, altra Sua splendida idea, che ha colmato un intollerabile vuoto che il Paese ha avuto fino alla Pasqua scorsa) il sindaco – di fronte a tanti roulottisti e camperisti - si produsse in ben altro, forte, argomentato ed ispirato discorso; tuttavia, di fronte alla struggenti parole pronunciate davanti al Monumento ai Caduti, la mattina del 25 Aprile, beh, non ci crederete, ma non mi sono mai sentito così orgoglioso di essere Mergano e di avere un cotal... Primo Cittadino!

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