martedì 20 gennaio 2015

(548) “VERSO VALLE” o “VERSO MONTE”?: QUESTO E’ IL PROBLEMA!


L’Amministrazione comunale ha – da un po’ di tempo in qua - un dubbio amletico: “verso valle o verso monte”? 
E’ un dubbio, che non sa sciogliere.
Scegliere sembra sempre più difficile e il dilemma divide Giunta e maggioranza.
Forse è per questo che, tra Natale e Capodanno (il 28/12/2014), il sindaco ha (ri)preso carta e penna e (ri)inviato ai mergani una nuova lettera, la seconda, stavolta senza titolo, che si presta a qualche considerazione. 

Nella sua nuova riflessione post-natalizia, il sindaco comincia col ‘volare alto’. Accenna alla “crisi infinita che toglie serenità e speranza nel futuro”, causata da “episodi di corruzioni, ruberie e prevaricazioni”, per lamentare che, a fronte di ciò, "l’ Amministrazione del nostro piccolo Comune" non può farci nulla in quanto “soffocata da una burocrazia ottusa e invasiva, fatta da mille Enti e infinite norme che ritardando e ostacolando le decisioni, determinano sperpero di risorse e ingessano l’Italia intera che continua a rigirarsi nella crisi”.

‘Chiacchiere da bar’? Può sembrare. Manca solo il “piove, governo ladro” e saremmo apposto!
Ma che c’azzecca? Nulla, è ovvio. Infatti, i motivi veri della lettera mi paiono altri. 
Esattamente due.

In primis, il sindaco si rivolge ai genitori che hanno espresso “qualche malumore” per la “esternalizzazione del servizio mensa della scuola materna”, rassicurandoli perché – dice - quella misura si è rivelata “sostanzialmente appropriata” e, soprattutto, ha “consentito di quadrare i bilanci” del Comune.
Penso che i genitori che mandano i bambini alla Materna, si saranno riempiti di orgoglio per questo riconoscimento e per il personale contributo dato, anche se non spontaneamente, alla salvezza del Bilancio comunale… Tuttavia, per dirla con il Grande Giacomo di Recanati, “un dubbio mi preme acerbo e sconsolato…”

Ma la più gran parte delle argomentazioni riguardano la scelta dell’ambito territoriale che, entro novembre, il Comune doveva fare per la “gestione obbligatoria, in forma associata, delle funzioni fondamentali” dei Comuni.
Insomma, come dice lo stesso sindaco, si trattava di decidere se andare “verso valle” (ossia con i Comuni della Vallesina) o “verso monte” (ossia con i Comuni dell’Unione montana: Fabriano, Sassoferrato, Cerreto d’Esi e Serra S. Quirico).

Sono note agli addetti ai lavori le profonde divisioni interne che travagliano, su questo punto, Giunta e maggioranza, divise tra seguaci del sindaco e seguaci – si dice - dell’ex sindaco (i “Peppe-boys”). 
Tanto che, per superare l’impasse, ci fu la “bella pensata” del Sondaggio, a metà del novembre scorso.

Quell’iniziativa, raffazzonata in fretta e furia e senza alcuna preparazione preventiva, si rivelò un piccolo fallimento. Tuttavia, su circa 800 potenziali elettori, in 175 (21,8%) si recarono ai seggi. Il verdetto fu chiaro e netto: 150 (85,7%) si dissero a favore di andare “verso valle” e solo 24 (13,7%) optarono per andare “verso monte”.
L’Amministrazione – dice il sindaco - “ha immediatamente tenuto conto” di tale esito tanto che “l’approvazione dello statuto dell’Unione montana non è stata inserita tra i punti in discussione all’ultimo Consiglio comunale”.

Le cose, purtroppo, stanno un po’ diversamente perché, a quanto se ne sa, nessuno ha chiesto a Mergo di aderire all’Unione montana e nessuno gli ha chiesto di approvarne lo Statuto! Dunque, non aver sottoposto al Consiglio comunale l’approvazione dello statuto dell’Unione montana non è stata certo una “scelta” ma solo una necessità. E non è certo così che si rispetta la volontà di quel 85,7% di cittadini partecipanti al Sondaggio! I quali, piaccia o no, hanno chiesto un’altra cosa. Hanno chiesto di “guardare verso valle” ossia verso l’Unione dei Comuni della Media Vallesina. 
Perché cambiare le carte in tavola?

Se il sindaco e l’Amministrazione comunale volevano davvero “tenere conto” dell’opinione di quel 85,7% dei Cittadini, avrebbero dovuto dire che cosa hanno fatto – in concreto, non a chiacchiere - per “andare verso valle”, cioe verso i Comuni della Vallesina. E siccome in tal senso non ci sono notizie, temo, che sia stato fatto nulla o poco e con scarsa convinzione.

Insomma, il nostro Comune rischia di fare come l’Asino di Buridano che, indeciso nello scegliere il mucchio di fieno a cui mangiare, morì di fame.

In realtà, però, sarebbe ingeneroso non riconoscere che, con le ulteriori convenzioni stipulate con il Comune di Serra S. Quirico (ormai parte dell’Unione Montana) l’Amministrazione Cola una scelta, per quanto le sia oggi possibile, la sta facendo. Peccato però che è in senso diametralmente opposto a quello indicato a stragrande maggioranza dai Cittadini!

Il chè, a mio avviso, sarebbe anche del tutto lecito, ma a patto di dichiararla in modo chiaro, assumendosene le relative responsabilità. A patto, cioè, di andarla spiegare ai Cittadini e innanzitutto a quei 175 mergani che si sono scomodati in un fine settimana di novembre per partecipare al Sondaggio.

Perché non lo si fa?

PS: Tra poco più di 1 ora è annunciata una iniziativa pubblica di Simone Cola, parente stretto del sindaco, che, dal profilo facebook del Comitato Gemellaggi del Comune (che c’azzecca, Simò…?) chiama alla costituzione di un Comitato per l’Adesione di Mergo all’Unione Montana.
Forse ne sapremo di più.

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