martedì 27 gennaio 2015

(549) - A monte o a valle? Avanti adagio, praticamente FERMI !


Dal Corriere Adriatico del 24.12.2014
Bisogna dire che Simone Cola ce l’ha messa tutta, nell’assemblea di martedì scorso (22 gennaio - v. il post precedente), per spiegare le ragioni per cui Mergo, per la gestione associata dei servizi e delle funzioni comunali, dovrebbe guardare “verso monte”, ossia verso quella Unione Montana nata, a fine anno, tra i Comuni di Fabriano, Sassoferrato, Cerreto d’Esi e Serra S. Quirico.
E va detto che, in quest’opera di convincimento, ha trovato supporters di rango, a cominciare da quell’Alberto Cinti che sembra non aver mai smesso i panni di assessore comunale.

Tuttavia, debbo dire che non mi hanno convinto né l’uno né l’altro.
Ma andiamo con ordine.

Poca la partecipazione, come la puntualità. Convocato per le 21.30, si è iniziato quasi alle 22.00 per avere una presenza decente, formata perlopiù “da addetti ai lavori”: 1 assessore e 5 consiglieri comunali in carica, 2 ex-assessori, 2 ex-consiglieri comunali, 1 ex-segretario di partito politico (il PD), 4-5 cittadini “semplici”, tra cui 3 giovani (nota positiva…): insomma, l’invito è stato sostanzialmente snobbato dalla cittadinanza e ciò è un male. Partecipare, bisogna. Lamentarsi, dopo, non si può!

Simone Cola ha voluto rimarcare il carattere privato e personale (“qui non c’entra la politica”, dice) di una iniziativa che, per quanto utile ed opportuna è stata anche di supplenza verso l’Amministrazione comunale. Ho l’impressione che al carattere non-politico dell’incontro ci abbiano creduto in pochi perché non può essere “non politico” ciò che si occupa della ‘polis’, ossia del Paese.

Simone ha perorato la causa con motivazioni storiche (“Mergo è nella Comunità montana fin dalla sua nascita, 42 anni fa”), di convenienza economica (“dobbiamo rimanere legati ai territori montani, per godere dei vantaggi fiscali e delle risorse che lo Stato destina loro”) e di sviluppo (“lì ci sono le Grotte di Frasassi, capitale turistica”) e con un argomento definito “decisivo” secondo cui “l’ambito associativo deve essere di almeno 20 mila abitanti e solo Fabriano può farlo. I Comuni della Vallesina non ci arrivano”.

E come fare con l’esito del “sondaggio” (voluto dalla Amministrazione comunale) che ha visto la stragrande maggioranza dei cittadini (150 contro 24) chiedere di “andare verso la Vallesina”?
“In democrazia e in politica contano i numeri. Raccogliamo almeno 200 firme a favore dell’Unione Montana e si riapre la partita. Ecco qua i moduli” dice Simone sventolando alcuni foglietti già pronti per l’occasione.

Insomma, l’ex-vicesindaco, Simone Cola, corre in aiuto al sindaco, Antonio Cola, che dovrebbe andare “verso valle”, ma vorrebbe andare “verso monte”, e dunque traccheggia, in attesa che… “arrivino i nostri”, ossia Simone e le sue 200 firme! Io l’ho capita così. E ovviamente (rapporti di parentela a parte) la politica non c’entra… Ah, quanto sarebbe bello crederci!

In verità, sembra a me che nulla ci spinga inesorabilmente “verso monte” e che, in definitiva, la scelta sia squisitamente politica.
Non ci spinge “a monte” la storia (che è stata bella, per Mergo, finchè sono durati i finanziamenti statali e regionali per le Comunità montane. Che oggi non ci sono più).
Né c’è da temere la perdita delle agevolazioni fiscali, ecc. che restano, finché Mergo mantiene la classificazione di Comune “parzialmente montano” (come dimostra la recente vicenda dell’IMU agricola).
Conta poco anche l’essere vicini alle Grotte di Frasassi, i cui benefici “turistici”, per Mergo, non dipendono certo dallo stare dentro o fuori una Unione Montana (che, peraltro, non comprende Genga)!  
Quanto al tetto dei 20mila abitanti, ritenuto “decisivo” è argomento che, semmai, riguarda le Unioni “montane” e non le altre Unioni di Comuni (la Vallesina, comunque, è ben sopra i 30 mila abitanti).

La discussione che c’è stata ha lasciato ognuno nelle sue convinzioni.
Sarebbe stato interessante conoscere l’opinione dell’Amministrazione comunale. Ma mentre il sindaco era impegnato in una cena a Serra S. Quirico (così è stato detto), l’unico assessore presente (Giuseppe Corinaldesi) si è chiuso nel silenzio: “sono qui solo per ascoltare. Non si può?”

Certo che si può. Ma andare ad una assemblea solo per origliare non sembra proprio il massimo per un Pubblico Amministratore. I cittadini meriterebbero più attenzione. Anche perché l’isolamento attorno a Mergo aumenta in modo preoccupante.

Se nell’Area Montana siamo stati estromessi ed emarginati e rientrare dalla finestra, dopo esserne stati fatti uscire dalla porta, appare come una ‘operazione impossibile’ (tipo “cammello e cruna dell’ago”), in Vallesina le cose si stanno muovendo, eccome.

E’ notizia di fine anno la decisione di Maiolati di rompere gli indugi e progettare l’ingresso a pieno regime, entro il 2015, nell’Unione della Media Vallesina (v. foto).
Monteroberto guarda a Castelbellino in un’ottica sempre più vicina ad una “fusione”.
E i Comuni più direttamente confinanti con Mergo?
Serra S. Quirico, come s’è detto, è entrato nell’Unione montana.
Rosora guarda con intensità a Castelplanio.
Cupramontana volge il suo interesse a Staffolo.
Nessuno guarda a Mergo. Né Mergo sembra guardare con interesse la Vallesina!

Che fare? Come uscire da questo ‘cul de sac’ in cui Mergo è stata cacciata? Se qualcuno nel Palazzo di Piazza Leopardi ha un’idea, per favore, la faccia sapere!

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