martedì 15 aprile 2014

(500) IN NOME DEL POPOLO ITALIANO… (la sentenza sul 'caso Merlo nero')



“P.Q.M. il Tribunale di Ancona, definitivamente pronunciando, in contraddittorio tra le parti, così provvede:
-   accoglie la domanda di parte ricorrente e per l’effetto condanna il Comune di Mergo al pagamento in favore di Pierelli Marina della somma di € 4.114,40 oltre interessi legali dal 20.03.2014 al saldo effettivo;
-         accoglie la domanda riconvenzionale del Comune di Mergo e per l’effetto condanna Pierelli Marina al pagamento in favore del Comune di Mergo della somma di € 1.302,79 oltre interessi legali dalla sentenza al saldo;

-         dichiara le spese di lite interamente compensate tra le parti.
Così deciso in Ancona, 20.03.2014”.
                                                                  
Eccolo qui il “succo” della sentenza pronunciata dal Tribunale di Ancona, sulla causa avviata giusto un anno fa, il 20 marzo 2013, dalla sig.ra Marina Pierelli contro il Comune di Mergo. 
A prima vista, sembrerebbe il classico “un colpo al cerchio e uno alla botte” e invece mi sembra che sia il Comune a uscirne con le ossa rotte. Vediamo perché.

L’ex-gestore del ristorante di Via C. Battisti 14 (all’epoca: “Il Merlo nero”), di proprietà comunale, dopo 10 mesi dalla restituzione dei locali, si era dovuta rivolgere al Giudice per ottenere dal Comune il pagamento della indennità di avviamento commerciale (€ 4.628) dovutale per legge, e la restituzione del deposito cauzionale (€ 697). Somme che l’Amministrazione comunale stava trattenendo, ritenendosi danneggiata dallo stato in cui aveva riottenuto i locali affittati.  

Dal canto suo, l’Amministrazione comunale aveva resistito alla chiamata in causa, nominato un proprio legale (l’avv. D. Bendia), contestato le richieste della sig.ra Pierelli, di cui aveva chiesto il rigetto, lamentando di aver subìto danni “per i quali chiedeva il pagamento di una somma non inferiore a € 11.011,00”.

E’ andata a finire che la sig.ra Pierelli, che nel corso del giudizio aveva ridimensionato le sue richieste a 4.811,61 €, ha ottenuto integrale soddisfazione delle sue richieste e può essere ritenuta la vera “vincitrice” della causa, se si considera che ai 4.114,40 € che il Comune le dovrà pagare, devono teoricamente aggiungersi i 697,21 € del deposito cauzionale che il Comune trattiene ma solo come “acconto” sui 2.000 € di risarcimento danni effettivamente riconosciuti dal Tribunale (e, per l’effetto, la sig.ra Pierelli pagherà al Comune solo 1.302,79 €).

Per l’Amministrazione comunale di Giuseppe Corinaldesi, invece, se di “vittoria” si vuol parlare è certamente una “vittoria di Pirro”.

Dal punto di vista monetario il risarcimento di appena 2.000 € (e l’incasso di solo 1302,79 €), a fronte di una richiesta “non inferiore a 11.011 €”, la dice lunga e non è il caso di aggiungere altro… 

Ma i torti dell’Amministrazione emergono anche da altri elementi.
Intanto va evidenziato che il Tribunale ha respinto la pretesa del Comune di non pagare alla sig.ra Pierelli l’indennità di avviamento commerciale.
C’è poi la questione dei presunti “danni” e del conseguente “risarcimento”.
Il Tribunale ha giudicato “infondata ogni doglianza del Comune” per quelle modificazioni dell’immobile dovute al normale uso da parte della sig.ra Pierelli.
“Parimenti infondata – aggiunge il Giudice – è la richiesta di risarcimento danni in ordine all’impianto elettrico e termoidraulico”. Qui si può dire che il Comune si sia ‘fregato con le sue stesse mani’, in quanto è dalla sua stessa documentazione che si evince come quei lavori siano stati necessari “per la messa a norma degli impianti” elettrico e termoidraulico. Dunque quelle spese (parte considerevole dei lavori eseguiti nell’immobile) il Comune se le deve pagare in proprio e non può “scaricarle” sulla vecchia affittuaria.

“Diverso discorso – conclude il Giudice – deve farsi per mancanza di infissi esterni e relative persiane, asportazione di accessori”. Per questi, e solo per questi, la domanda risarcitoria “può ritenersi fondata” e valutata nei € 2.000 di cui s’è detto.  

Se si considera, infine, che anche il Comune dovrà pagarsi le spese legali, per cui stanziò 2.650 €, si capisce come, alla fine della fiera, il tutto si tradurrà in una sostanziosa “rimessa” per le casse comunali (il “dare e avere” con la sig.ra Pierelli si tradurrà in un esborso di 2.811,61 €, più gli interessi legali; le spese legali si aggireranno sui 3.000 €: dunque, fate voi i conti…). “Rimessa” che andrà ad appesantire il già pesante bilancio dell’intervento realizzato, nell’estate di 2 anni fa, sull’immobile di Via C. Battisti 14.

Tutto ciò era evitabile? Penso di si.
Se il Comune avesse allontanato l’idea di “farsi giustizia da solo”, avrebbe pagato alla sig.ra Pierelli quanto dovutole per legge, tanto più che i fondi erano già stati stanziati nel bilancio comunale.
Se non si fosse fatto trascinare in giudizio, avrebbe scansato le spese legali.
Se avesse debitamente trattato con la contrroparte, avrebbe potuto incassare i canoni “morosi” (514 €) e, invece di stra-filmare, stra-fotografare e stra-parlare di “danni” rivelatisi largamente fantasiosi, avrebbe potuto trattare, su una base più realistica, un congruo “risarcimento”. Insomma, una gestione più accorta, avrebbe potuto perfino far guadagnare qualcosa al Comune… !

Ma la storia non si fa con i “se” e piangere sul latte versato, non serve. Ora bisogna leccarsi le ferite e affrontare una nuova “grana” per il bilancio comunale.
In definitiva, cari Concittadini e Lettori di ‘tantuMergo’, alla fine, “paga (quasi) sempre Pantalone”!   
Che però, se vorrà, avrà modo di farsi sentire, con il voto del prossimo 25 maggio!

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