giovedì 19 aprile 2012

(274) - ANDANDO A POLENTA, A STORO (TN)















Sabato scorso, in qualità di Presidente del GAL “Colli Esini S. Vicino”, mi sono recato a Storo, provincia di Trento, parte di una delegazione (vedi foto qui di fianco) composta da Alfiero Verdini (al centro), Presidente dell’Accademia del Mais Ottofile di Roccacontrada (antico nome di Arcevia), Marino Montalbini (a destra), agricoltore arceviese e Custode ufficiale del Mais Ottofile di Roccacontrada, ex assessore alla cultura in Comunità montana, e suo cugino Elio Montalbini (ha scattato la foto...), simpaticissimo geometra ma soprattutto solerte e infaticabile aiutante di Marino nelle più svariate occasioni in cui è stata proposta, in Italia e all’estero, la degustazione della polenta, fatta direttamente e sul posto da entrambi, utilizzando il “mais ottofile” prodotto da Marino (e da lui raccolto, macinato a pietra e commercializzato… cinghiali permettendo!).
La visita rientra tra le finalità di un progetto di cooperazione che vede impegnati, accanto ai partner arceviesi (tra cui anche l’Amministrazione comunale), tra gli altri, l’Università Politecnica delle Marche e l’Università di Coimbra (Portogallo) ed ha avuto lo scopo di conoscere un territorio, quello di Storo, fortemente caratterizzato anche dalla produzione di mais, che viene lavorato e commercializzato da una cooperativa a cui aderiscono oltre 100 produttori, e di verificare la possibilità di un loro ingresso nel partenariato del progetto di cui s’è detto.

A Storo abbiamo parlato soprattutto con il Presidente della cooperativa “Agri 90”, sig. Vigilio Giovannelli (vedi foto in alto), che è anche il sindaco del Paese (4.700 abitanti, nella Valle del Chiese, a sud-ovest di Trento).
Per il GAL Colli Esini si tratta della prosecuzione del precedente progetto di ricerca scientifica e di prove sperimentali di campo che, nel periodo 2000-2006, ha fatto da apristrada alla coltivazione della nuova tipologia di mais (particolarmente adatto per le “nostre” polente, quelle che si stendono sulla "spianatora"), celebrato ad Arcevia nelle “Domeniche andando a Polenta” che, nei mesi di febbraio, sono ormai diventate un appuntamento fisso e di successo, a cui partecipano quasi tutti i ristoranti e le locande arceviesi, che nei loro menù propongono i più svariati utilizzi del “mais ottofile di Roccacontrada”.
Oltre al forte richiamo degli amanti del turismo enogastronomico, c’è ormai tutta una nuova economia che ruota attorno a questo prodotto della nostra agricoltura, che una volta era elemento della nostra tradizione, poi cadde in disuso (si sa, la polenta era il “pane dei poveri”) ed ora, riscoperto e valorizzato, vive una nuova e felice stagione.

Ma perché racconto queste cose, qui, in uno spazio sostanzialmente dedicato alle “cose di casa" mergane ?
Pechè qui da noi, per molti anni ho ascoltato amministratori comunali (soprattutto l'allora vicesindaco e oggi Presidente del Comitato Gemellaggio, dr. Simone Cola) baloccarsi con il tema della riscoperta e valorizzazione di prodotti agroalimentari tradizionali o dei piatti poveri, a fini turistici ma non solo (ricordate il Convegno sul tema "Siamo figli del Pancotto"?) ma non si è riusciti ad andare più in là delle chiacchiere e una banale e intermittente sagra della “fava fresca e soppressato”.
Altrove, (Serra de’ Conti con la cicerchia, Arcevia con il Mais Ottofile di Roccacontrada, ecc.), invece, alle parole sono seguiti i fatti e si è dimostrato che, affrontando le questioni con serietà e perseveranza, si possono ottenere risultati eccellenti. Tutto qui!

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