giovedì 15 maggio 2014

(503) IL SALUTO DEL SINDACO

"Il saluto del sindaco", sulla "bacheca del sindaco"

Il 29 aprile, in Consiglio comunale, il sindaco Giuseppe Corinaldesi ha rivolto ai cittadini, lì convenuti, il saluto di commiato. Vi assicuro che si è sfiorata la commozione!

Ma cosa aveva da dire, giunto ormai al termine del suo primo (e unico) mandato elettivo?
Innanzitutto, che “il sottoscritto non avendo ripresentato la candidatura alla carica di primo cittadino, conclude questa esperienza”. 
E questo, se mi capite, è già un primo fatto positivo… 

Poi ha affermato che il giorno della sua elezione (9 giugno 2009) è stato “sicuramente uno dei giorni più belli della mia vita, che mi ha riempito di una soddisfazione immensa”.  
Essere diventato sindaco, ha detto, “è stato per me un onore, ed un grande riconoscimento di stima” di quanti “hanno voluto riconoscere i molteplici impegni del sottoscritto nel campo ricreativo, sociale e turistico profusi per lunghi anni, sia nelle varie Amministrazioni comunali… che nelle varie associazioni…”. Insomma, bandita ogni falsa modestia, il sindaco si è autolodato!

Ma un commiato richiede anche un bilancio. E qui sono arrivate le “dolenti note”, perché il bilancio di 5 anni di Amministrazione è decisamente magro e il bottino è davvero poco. Di chi sono le colpe?

Ha detto che sono della “buona sorte che (mi) ha girato le spalle”, della “profonda crisi economica”, delle “pesanti ristrettezze”, delle “sfortunate vicende del personale dei nostri uffici” del “Patto di stabilità imposto dal Governo centrale” che hanno “messo a dura prova…la nostra volontà e il nostro entusiasmo, con inevitabili riflessi sulla popolazione”.
Insomma, la colpa è tutta degli altri… e della “sfiga”. Il vittimismo e la mancanza di qualsiasi sana autocritica, comunque, confermano ciò che tutti abbiamo potuto constatare, e che questo blog ha puntualmente raccontato, in questi 5 anni!

Poi dice: “in compenso abbiamo evitato di avventurarci in roboanti opere pubbliche, talvolta autentici esempi di enorme sperpero di denaro pubblico…”. Il che “a Mergo in passato è successo molte volte”  e ha generato “costi ripetuti per tanti anni, se non altro per le manutenzioni”! Insomma, secondo Lui, è meglio non fare tante opere pubbliche, perché poi bisogna mantenerle…!!!

Cari Lettori,
è chiaro, adesso, perché “Lorsignori”, in 5 anni, si sono limitati a qualche vaso di fiori sui pali della ‘pubblica’ e poco più? Non è che non hanno saputo fare, è che non hanno voluto “avventurarsi in roboanti opere pubbliche”!
Non so a voi, ma a me ricorda la favola della volpe e l’uva…

Ecco perché, ha aggiunto, l’Amministrazione comunale ha “cercato di operare in modo più semplice”, mettendo a frutto la “mia inclinazione personale alla manualità e la mia propensione più agli aspetti tecnico-pratici che politici”, in virtù delle quali si sono fatte “scelte e idee nuove” che sono state “a volte anche un po’ bizzarre”. Ed ecco così spiegati i vari lavori in legno visti in giro di recente...

Ringraziati, come vogliono le buone maniere, sia i dipendenti che i suoi Assessori, il Sindaco ha rivolto, infine, le sue “attenzioni” all’Opposizione. Ma non se l’è presa tanto con i Consiglieri comunali, per le “inevitabili divergenze tipiche di ogni amministrazione”, quanto con “alcuni soggetti particolarmente arcigni” e perfino “cattivi” che, oltrepassando “abbondantemente la normale dialettica, hanno sistematicamente tentato di infangare il mio operato con qualsiasi mezzo”. 
Mmmmm…, niente nomi, come al solito, per carità… ma temo che a questo blog, a questa Lista a cui è stato prepotentemente negato lo spazio nelle bacheche comunali e sono stati riservati altri dispetti,  nonché allo stesso “Ric il Maderlo…”, abbiano fischiato un po’ quelle “orecchie da somaro” che per 1 anno e mezzo, gli sono state pubblicamente attribuite dalla bacheca del pianoterra del Municipio. Ovviamente, il tutto in modo "gentili, affettuoso, rispettoso... e non fangoso”.

Ma poi, quale “operato” sarebbe stato “infangato”? Non aveva detto prima che l’Amministrazione aveva combinato pochino a causa della ‘sfortuna’, della ‘profonda crisi economica’, delle ‘pesanti ristrettezze’, ecc. ecc. insomma della “sfiga” che l’ha frenata? Boh, valli a capire…!

Tuttavia, la mestizia dell’ “addio” è mitigata dalla speranza dell’ “arrivederci” (anche se non più da sindaco… ma, par di capire, da “quasi-sindaco”). Infatti, resta la ‘speranziella’; quella per cui “se i cittadini riterranno ancora utile il mio contributo risponderò ci sto!!”.

C.V.D., non avevo dubbi…

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