venerdì 27 maggio 2011

PARENTOPOLI AI SEGGI? Una proposta per evitarla.

Il 18 maggio, su questo blog, ho raccontato come la Commissione Elettorale comunale ha provveduto alla nomina degli scrutatori per il prossimo referendum (12/13 giugno).

Il 24 maggio, poi, ho ricordato l’art. 78 del Testo Unico Enti Locali (TUEL) sui doveri degli Amministratori locali su questioni che riguardino “interessi propri o di loro parenti o affini…”.

Al fine di fare chiarezza per tutti, ieri mattina ho chiesto al Sindaco ed al Segretario comunale di “accertare” se i fatti ricordati configurino violazione (o meno) del suddetto art. 78 TUEL. Nell’attesa di un autorevole e ponderato responso, chiariamo alcuni aspetti:

1. NULLA DI PERSONALE
Innanzitutto non vi è nulla di personale nei confronti di chi è coinvolto in questa vicenda;

2. CHI DEVE, DICA. NO OMERTA’.
Non ho né la competenza né il potere di valutare, sotto il profilo giuridico e di legittimità, i comportamenti ed i fatti descritti, ma ciò non autorizza me (nè altri), credo, a “non vedere” , "non sentire", "non parlare", come le famose 3 scimmiette.

Siccome non ci si fa giustizia da soli, “l’invito ad accertare” deve essere rivolto a chi ha quel potere e quella competenza, almeno in primissima istanza. E' ciò che ho fatto;

3. LA POLITICA HA BISOGNO DI ETICA E DI MORALITA’
Al di là degli aspetti giuridico-legali, però, ritengo sia doverosa una valutazione etico-morale, ossia politica, dei fatti accaduti.

In altre parole, è moralmente accettabile che chi fa politica o amministra la cosa pubblica, partecipi a decisioni da cui possono derivare, o derivano, vantaggi ad un parente proprio o di altri politici presenti a quelle decisioni? O, piuttosto, la sensibilità etica e personale non dovrebbe suggerire (se non imporre) al “politico” di astenersi e abbandonare la sede in cui quelle decisioni si stanno prendendo?

E cosa pensare del comportamento di chi, presente al fatto e a conoscenza della situazione, se ne stia zitto e consenziente; insomma, per dirla brutalmente, ...“regge il sacco”?

4. LO "SPUTTANAMENTO" DELLA POLITICA TRA FATTI GRANDI... E PICCOLI
La politica ed i politici, si sa, non godono di grande stima presso l’opinione pubblica. I motivi sono molteplici in questa Italia moderna che, dimentica dei suoi Grandi Padri Fondatori che ci hanno dato “La Costituzione Più Bella Del Mondo”, è diventata la Patria del più grande “Conflitto di Interesse Vivente” e del decadimento dei costume e della moralità pubblica dell’Europa Occidentale.

La somministrazione in dosi quotidiane, ripetute e massicce di eventi eticamente e moralmente scandalosi, spesso documentati con dovizia di particolari dalla stampa e nelle Aule di Giustizia (dalla spartizione della torta pubblica da parte di Comitati d’Affari d’Alto Bordo, alle case comprate “a insaputa” di Ministri beneficiari; dagli intrecci tra Affari & (un certo tipo di) Politica & Criminalità, al dilagare della corruzione spiccia di cui ci informano trasmissioni tv come Report ma anche le Procure di mezza Italia, fino ai… “bunga bunga” nelle Ville del Potere), ha prodotto una apparente assuefazione e la cloroformizzazione delle coscienze.

Ciò che reclamerebbe una rivolta “civile e morale”, ma anche materiale ancorchè pacifica (Egitto, Tunisia, ma ora anche la Spagna, insegnano), sembra produrre da noi solo una debole e circoscritta indignazione, peraltro ad andamento intermittente e carsico…(il fiume talvolta riemerge, come in questi giorni a Milano).
Anzi, chi si indigna rischia di apparire uno “strano”, un po’ snob, e forse “chissà perché lo fa…”

Ma non pensate che anche certi fatti, apparentemente “piccoli”, e certi episodi, apparentemente “minori”, possano rafforzare la qualunquistica idea che “si sta in politica solo per farsi i cavolacci propri” e non, come dovrebbe essere, per una sacro fuoco civico che ti arde dentro, per una spinta ideale e spirito di servizio alla propria comunità?

5. AL DUNQUE: INDIGNARSI NON BASTA, BISOGNA RINNOVARE…
Per esperienza diretta e personale, so benissimo che la nomina diretta degli scrutatori da parte dei singoli membri della Commissione elettorale costituisce ormai la regola (lo consente la legge) e la prassi, purchè condivisa alla unanimità. Ciò, certamente non da oggi, né solo a Mergo.
So anche che non sono mancati, in passato, anche a Mergo, episodi “poco edificanti”.

Ma mi (e Vi) domando: non è ora di dire “basta”? Non è ora di RINNOVARE?

Non è ora di garantire a TUTTI quei giovani inseriti nell’Elenco comunale degli scrutatori, una effettiva parità di condizioni ed una maggiore GIUSTIZIA SOSTANZIALE (e non solo formale)?

Non pensate che tutto ciò sia semplicemente DOVUTO a questi giovani, spesso studenti e spesso disoccupati, per i quali, in tempi come questi, poter guadagnare un centinaio di euro o poco più, in 2 giorni di “lavoro” al seggio, possono costituire una opportunità; oltre al fatto di poter fare una delicata (e faticosa) esperienza di svolgimento di un “pubblico ufficio”?

6. AL DUNQUE, UNA PROPOSTA CONCRETA
Per essere concreti. Nell’Elenco comunale di Mergo, risultano iscritte 71 persone.
Ovviamente , non si possono nominare tutte in una sola volta; nell’unico seggio elettorale del paese, in caso di referendum, sono richiesti 3 scrutatori effettivi (4, nelle elezioni politiche e amministrative), più altrettanti di “riserva”. Come evitare di discriminare di fatto gli altri 65?

Affidare la scelta alle valutazioni personali dei “politici”, come s’è visto, non funziona.

Allora sembra meglio affidarsi al metodo del sorteggio, distinguendo i candidati in due elenchi (quelli che hanno già fatto lo scrutatore e quelli che non l’hanno mai fatto) e poi sorteggiando la metà (o 1/3) dei posti dal primo elenco, e l’altra metà (o 2/3) dal secondo.

In questo modo tutti avrebbero le stesse possibilità e opportunità (anche i “parenti dei politici”… che se sorteggiati non dovrebbero dire grazie a nessuno) inoltre i “novizi” avrebbero una possibilità reale di diventare “anziani”, e la presenza di scrutatori già esperti garantirebbe, insieme al Presidente ed al Segretario, la funzionalità del seggio.

Cosa ve ne pare?

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